Ferguson in rivolta: poliziotto prosciolto, uccise nero ma “non ci sono prove”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2014 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA
Ferguson in rivolta: poliziotto prosciolto, uccise nero ma "non ci sono prove"

Ferguson.Secondo la polizia, questo video è la prova che Michael Brown partecipò alla rapina e per questo fu ucciso

WASHINGTON – Non luogo a procedere per Darren Wilson, il poliziotto che uccise un giovane nero, Mike Brown, durante una rapina a Ferguson, vicino a St.Louis, nel Missouri. E dopo il verdetto Ferguson ha preso fuoco. Auto in fiamme, spari, lancio di lacrimogeni e scontri in strada. Almeno 29 le persone arrestate e una dozzina gli edifici in fiamme.

“Continuava a tirarmi pugni, temevo mi avrebbe ucciso”, ha raccontato Wilson ai Gran Giurì che l’ha prosciolto per insufficienza di prove, scatenando la rabbia di chi ne chiedeva la condanna. Scontri e violenze che vanno avanti dalla sera del 24 novembre non solo a Ferguson, ma anche nelle altre città americane: da Los Angeles a New York.

DARREN WILSON PROSCIOLTO – Il Gran giurì ha deciso che Darren Wilson non sarà incriminato perché non ci sono prove sufficienti per il rinvio a giudizio.

La decisione era nell’aria da giorni, soprattutto dopo che il governatore dello Stato, Jay Nixon, aveva dichiarato lo stato di emergenza e allertato la Guardia nazionale, ma che ha comunque colto di sorpresa la comunità di 21mila abitanti, di cui i due terzi afroamericana.

Il pubblico ministero Robert McCulloch ha annunciato la decisione dei 12 giurati del Gran Giurì dicendo:

“È stata fatta un’indagine completa”.

SCONTRI  E INCENDI A FERGUSON – Almeno una dozzina di edifici sono in fiamme dopo i disordini scoppiati nella notte tra lunedì 24 e martedì 25 novembre. Jon Belmar, capo della polizia della contea di St.Louis, afferma di avere udito almeno 150 colpi di arma da fuoco. E la situazione, secondo Belmar, sarà molto peggiore delle rivolte registrate ad agosto, quando Brown fu ucciso:

“Quanto ho visto questa notte è probabilmente molto peggio della peggior notte dell’agosto scorso”.

Sono almeno 29 gli arresti nella città di Ferguson, dove nonostante i violenti scontri e gli incendi non si registrano nuove vittime. I vigili del fuoco hanno difficoltà a domare una serie di incendi, a causa delle sparatorie in corso, ha aggiunto.

Secondo il capitano Ron Johnson, responsabile della Missouri Highway Patrol che coordina le forze dell’ordine,

“sono fatti che avranno un impatto sulla nostra comunità per lungo tempo”.ù

L’agenzia Ansa nei flash spiega

“Un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola a University City, sobborgo di St. Louis, vicino Ferguson. Il poliziotto è stato colpito al braccio ed è fuori pericolo riporta la Bbc online.

Nonostante i ripetuti appelli alla calma, a Ferguson sono stati segnalati diversi tafferugli tra le forze dell’ordine e un gruppo di manifestanti che ha assalito un’auto vuota della polizia spaccando vetri e parabrezza. Subito sono intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa che hanno lanciato lacrimogeni per disperdere la folla.

Un giornalista della Cnn è rimasto ferito dai gas. Alcuni spari sono stati uditi nei pressi della stazione di polizia. Diverse auto sono state incendiate ed scene di razzia nei negozi si sono registrate in alcuni punti della città. Ma al momento la situazione appare sostanzialmente sotto controllo, anche se la tensione resta elevatissima, e il timore di nuovi violenti scontri, come la scorsa estate, è tutt’altro che tramontato”.

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(foto Ansa)

 

“TEMEVO MI AVREBBE UCCISO” – “Temevo che un altro dei suoi pugni mi avrebbe fatto perdere conoscenza, o anche peggio…”. Wilson ha raccontato la sua versione di quanto accaduto la sera della rapina in cui ha ucciso Brown. Una testimonianza riportata dalla Cnn online:

“Ne avevo già presi due in faccia, e il terzo avrebbe potuto essere fatale se mi avesse preso in pieno. Mentre si avvicinava, continuavo a dirgli di buttarsi a terra, ma non lo ha fatto.

Ho sparato una serie di colpi, non so quanti, so solo che ho sparato… So di averlo centrato almeno una volta, perché il suo corpo ha iniziato a tremare…. Non si è fermato e ho ripreso a sparare…Poi è caduto, è caduto con il viso a terra”.

SCONTRI DA LOS ANGELES A NEW YORK – La rabbia è scoppiata intanto in alcune delle principali metropoli americane, come a Los Angeles, dove i poliziotti hanno reagito alle proteste di oltre 300 manifestanti sparando con proiettili di gomma, oppure a New York, dove la polizia ha arrestato almeno un dimostrante.

Secondo i flash dell’agenzia Ansa

“la decisione del Gran giurì ha subito provocato le proteste non solo a Ferguson, ma nella principali città americane. Da New York, a Seattle, Los Angeles, Chicago, Cleveland, Oklahoma City, Oakland e Pittsburg, l’America sta rivivendo lo stesso scenario di rabbia scoppiato dopo l’uccisione di Trayvon Martin, 17enne nero freddato da una guardia volontaria il 26 febbraio di due anni fa, a Sanford, un sobborgo di Orlando, in Florida”.

“VIOLENZA NON E’ SCUSATA” – Il presidente americano Barack Obama, intervenuto a sorpresa in diretta tv, ha detto che quella di Ferguson è

“una questione che riguarda tutta l’America, una questione reale»”,

ma ha detto anche che gli Stati Uniti d’America sono un

“Paese basato sullo Stato di diritto e dobbiamo accettare il fatto che questa è stata una decisione del Gran giurì”,

e ha esortato ancora una volta i manifestanti a protestare pacificamente e invitato la polizia a

“mostrare moderazione. Non ci sono scuse per la violenza. I progressi non si fanno lanciando bottiglie”.

 

Almeno per ora, però, le parole di Obama e anche della famiglia di Mike Brown sono cadute nel nulla. C’è anzi da temere che la tensione salirà ancora, dilagando in tutta l’America nera.