Filippine, nuovo presidente invita ad uccidere spacciatori

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Giugno 2016 - 07:47 OLTRE 6 MESI FA
Filippine, nuovo presidente invita ad uccidere spacciatori

Filippine, nuovo presidente invita ad uccidere spacciatori

MANILA – Rodrigo Duterte, neo eletto presidente delle Filippine, ha recentemente incoraggiato gli agenti di polizia a combattere gli spacciatori e a ucciderli. Nel corso di un discorso televisivo, Duterte ha esortato gli spettatori a dare un aiuto nella lotta contro il crimine e promesso una ricompensa: “Chiamate la polizia, il governo o, se avete una pistola, uccideteli poiché avete il mio sostegno”.

Il presidente ha dato lo scioccante annuncio a causa del dilagante problema del narcotraffico, in cui sono ormai coinvolti anche i poliziotti. Dopo aver vinto le elezioni il 9 maggio scorso, il presidente ha promesso che entro sei mesi dall’inizio della carica presidenziale il crimine sarebbe stato stroncato ma secondo i funzionari di polizia si tratta di una missione praticamente impossibile.

Le organizzazioni in difesa dei diritti umani, hanno espresso timore su questo modo di combattere il crimine, che oltretutto potrebbe portare a diverse violazioni dei diritti e a una “giustizia fai da te”. Il sindaco della seconda città più grande delle Filippine, Cebu, ha recentemente premiato in denaro alcuni agenti per aver ucciso dei criminali.

Tomas Osmena, 67, ha raccontato di aver dato più di 2.000 sterline ad alcuni poliziotti che avevano rivendicato la morte di tre trafficanti ed ha postato diversi commenti in cui festeggiava la morte degli spacciatori, scagliandosi contro la Commissione dei Diritti Umani che ha iniziato ad indagare sugli omicidi per mano delle forze dell’ordine.

Duterte, per lungo tempo sindaco di Davao, è sospettato di avere un ruolo fondamentale in molti omicidi compiuti da sospetti criminali in sella a una motocicletta e noti come “le squadre della morte di Davao”. Le organizzazioni in difesa dei diritti umani, hanno affermato che non sarà perseguito penalmente poiché nessuno in tribunale ha avuto il coraggio di testimoniare contro di lui.

Duterte, durante il discorso televisivo, ha chiesto a tre generali di polizia, impiegati nel principale campo di polizia della capitale, di dimettersi per essere rimasti coinvolti in crimini che tuttavia non ha specificato. Nel caso in cui non rassegnino le dimissioni, ha minacciato di umiliarli in pubblico e di revisionare i casi dei poliziotti licenziati per criminalità, insinuando che alcuni potrebbero tornare a lavorare nelle forze dell’ordine.

“Tornando indietro crocifiggerebbero il popolo filippino e questo non lo permetterò. Se siete coinvolti con le droghe, vi ucciderò. Non prendete queste affermazioni come uno scherzo, non sto cercando di farvi ridere, figli di puttana, vi ucciderò sul serio” ha detto Duterte tra fischi e applausi.

Lo sboccato ex procuratore ha affermato che molti di questi reati sono stati commessi da funzionari dell’ordine “avidi di denaro”. Ha inoltre aggiunto che fornirebbe un piccola somma di denaro a quei poliziotti tentati dalla corruzione a causa di problemi familiari ma quelli che infrangono la legge solo per avidità “se la dovranno vedere con me. Li ucciderò”. Duterte darà il via ufficialmente al mandato presidenziale il prossimo 30 giugno e ha rinnovato la promessa di ingenti somme di denaro a chi si presenterà con un boss della droga tra le mani, vivo o morto.

Non si capisce bene cosa ne sarà di queste minacce una volta che Duterte svolgerà ufficialmente il ruolo di presidente ma nel frattempo la polizia ha preso alla lettera le sue parole e l’approccio al crimine è ancora più duro. Nella periferia di Las Pinas, a Manila, i poliziotti hanno arrestato più di 100 minori che avevano trasgredito al coprifuoco notturno, oltre ad alcuni uomini che bevevano in pubblico e altri che giravano senza maglietta, violando un’ordinanza locale.

Gli arresti sono stati soprannominati “Oplan Rody”, dal soprannome di Duterte, o “pulisci le strade da giovani e bevitori”. Il neo presidente ha concluso affermando che alcuni giornalisti sono stati uccisi perché corrotti e insistendo sul fatto che “chiunque, se è figlio di puttana sarà ucciso”. Nel corso di una conferenza quando una giornalista gli ha fatto una domanda, il 71enne presidente per tutta risposta ha ululato.