Homs, Siria, sgombero dei ribelli anti Assad, fine del disastro Obama-Clinton

Pubblicato il 20 Marzo 2017 - 06:25| Aggiornato il 21 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Homs, Siria, sgombero dei ribelli anti Assad, fine del disastro Obama-Clinton

Homs, Siria, sgombero con un vecchio bus verde dei ribelli anti Assad, fine del disastro Obama-Clinton

A Homs ha avuto inizio lo sgombero dei ribelli da Al Waer, l’ultimo bastione ribelle nella città siriana di Homs. Lo sgombero segue l’ accordo mediato dalla Russia che dovrebbe portare 2alla deportazione di circa 2 mila di persone, di cui 400-500 miliziani armati e il resto loro familiari. Al Waer è assediata dalle forze lealiste fin dal 2013. Altri convogli dovrebbero essere organizzati nelle prossime settimane.

Ha così avuto inizio una nuova fase della pacificazione della Siria, devastata dalla insensata politica vendicativa degli americani verso un tradizionale alleato della Unione Sovietica e dalla incapacità del duo Obama-Clinton.

Homs è una antica città della Siria settentrionale sacra al Dio Sole, dove nacque l’imperatore romano Eliogabalo. Homs è stata sempre un focolaio di ribellione e di secessione. Durante la attuale guerra civile è stata un centro di resistenza anti Assad.

Civili e miliziani saranno trasferiti a Jarablus, località vicina al confine con la Turchia controllata da forze ribelli fedeli ad Ankara. Le operazioni per lo sgombero di insorti e di civili, in gran parte loro familiari, si sono ripetute nell’ultimo anno in diverse aree siriane per lungo tempo in mano ai ribelli, grazie ad accordi raggiunti a livello locale. Alcune di queste intese hanno riguardato sobborghi di Damasco, mentre nel dicembre scorso è stato un accordo tra Russia e Turchia a consentire l’evacuazione dei quartieri di Aleppo est che dal 2012 erano controllati da forze ribelli e qaediste.

Alberto Zanconato della Agenzia Ansa, riferisce da Beirut, in una corrispondenza molto dettagliata anche se troppo carica di evacuazioni, termine con una fastidiosa assonanza intestinale e fecale.

Ancora uomini, donne, bambini che trascinano le loro cose in valigie di fortuna e borse di plastica, altri spinti sulla sedia a rotelle, e poi gli autobus e le ambulanze che li portano via dalla loro città. L’ennesima evacuazione concordata tra ribelli e governo siriano è cominciata così oggi 18 marzo 1017ad Al Waer, l’ultimo bastione ribelle ai margini della città di Homs, che torna così interamente nelle mani delle truppe di Damasco dopo anni.

Il numero di coloro che sono finora partiti è incerto. Il governatore della provincia di Homs, Talal Barazi, ha detto che 1.500 miliziani insorti e membri delle loro famiglie dovevano andarsene entro la giornata. Ma al calar del sole un’altra fonte dell’ufficio del governatore citata dall’agenzia Ap ha detto che non più di 344 ribelli e 1.050 loro familiari hanno effettivamente lasciato la città. Si stima tuttavia che quando l’operazione sarà stata completata, tra circa sei settimane, saranno in tutto 10.000 le persone che saranno state evacuate. La loro destinazione, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), è Jarablus, località al confine con la Turchia controllata da forze ribelli fedeli ad Ankara.

I miliziani provenienti da Al Waer, che era sotto assedio lealista dal 2013, potranno raggiungere Jarablus portando con sè solo le armi leggere. Ma tutti, compresi i civili, sono stati perquisiti oggi all’uscita della città da militari siriani e russi, dopo che Mosca ha fatto da mediatrice nell’accordo.

Le operazioni si svolgono con la supervisione della Mezzaluna rossa siriana. Le evacuazioni di insorti e di civili, in gran parte loro familiari, si sono ripetute nell’ultimo anno in diverse aree siriane per lungo tempo in mano ai ribelli, grazie ad accordi raggiunti a livello locale. Alcune di queste intese hanno riguardato sobborghi di Damasco, mentre nel dicembre scorso è stato un accordo tra Russia e Turchia a consentire l’evacuazione dei quartieri di Aleppo est che dal 2012 erano controllati da forze ribelli e qaediste. Anche in quel caso ai miliziani armati e ai loro congiunti è stato garantito un passaggio verso aree ancora controllate dagli insorti, in particolare nella provincia nord-occidentale di Idlib. Le opposizioni accusano Damasco di attuare così cambiamenti demografici su vasta scala nelle più importanti città del Paese, costringendo la parte della popolazione contraria al governo ad andarsene dopo anni di assedi e bombardamenti. “Menzogne con cui si cerca di sabotare il processo di riconciliazione”, ha affermato oggi il governatore Barazi.