India-Italia, a un passo da rottura diplomatica. “Stop ambasciatore a Roma”

Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 14:58| Aggiornato il 3 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

NEW DELHI – L’India a un passo dalla rottura diplomatica con l’Italia. Per ora niente ambasciatore a Roma. Dopo il mancato rientro a New Delhi dei due maròSalvatore Girone e Massimiliano Latorre, l’India prima trattiene l’ambasciatore italiano Daniele Mancini e poi sospende le procedure di insediamento del nuovo ambasciatore in Italia, Basant Kumar Gupta.

L’ambasciatore Mancini  ha detto il portavoce, “è stato ricevuto da funzionari stasera che gli hanno consegnato l’ordinanza” firmata dal presidente della Corte Suprema, Altamas Kabir, in cui gli si intima di non lasciare l’India fino all’udienza fissata per il 19 marzo.    Si tratta della seconda convocazione di Mancini negli ultimi tre giorni.

Intanto il diplomatico indiano che sarebbe dovuto partire venerdì alla volta di Roma ha rinviato il viaggio. L’agenzia Pti, citando fonti ministeriali, ha chiarito che la questione “fa parte della revisione in corso delle relazioni bilaterali fra India ed Italia”. 

Nessuna fonte dell’ambasciata italiana ha commentato l’incontro, mentre ”fonti” citate dalle tv indiane hanno detto che Mancini ha accettato il documento, ma ha rifiutato di considerare qualsiasi limitazione alla sua libertà di movimento.

Già nelle scorse ore la Corte Suprema di New Delhi aveva chiesto all’ambasciatore italiano Mancini di non lasciare il Paese fino a nuovo ordine e aveva invitato il governo italiano (e dunque l’ambasciatore) a fornire spiegazioni sulla decisione presa entro il 18 marzo.

Era stato il Procuratore Generale G E Vahanvati a portare la questione dinanzi ai giudici sostenendo che, il mancato ritorno dei marò, era stata “una violazione dell’impegno assunto dinanzi all’Alta Corte” e rilevando “che il governo è estremamente preoccupato”. Anche il leader del partito d’opposizione, Janata Patry, Subramanian Swamy, aveva chiesto un’azione contro l’ambasciatore italiano per oltraggio alla Corte.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, cui i giudici avevano concesso di rimpatriare per le elezioni politiche dello scorso 24-25 febbraio, dopo che l’ambasciatore Mancini aveva assicurato che sarebbero tornati indietro, sono rimasti in Italia. La licenza scade il 22 marzo.