Iran/ Uomo lapidato per adulterio mentre la forca continua a lavorare a pieno ritmo

Pubblicato il 5 Maggio 2009 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

Un uomo è stato messo a morte in Iran con il supplizio della lapidazione perché riconosciuto colpevole di adulterio, a quanto riferisce la Reuters citando il portavoce dell’apparato giudiziario, Alireza Jamshidi. Sale così a cinque il numero delle persone lapidate negli ultimi due anni in Iran, nonostante il capo della magistratura, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, avesse ordinato fin dal 2002 una sospensione di queste esecuzioni.

L’ultima lapidazione e’ avvenuta in segreto a Rasht, nel nord dell’Iran, nel marzo scorso. Ma oggi Jamshidi ha confermato la notizia dopo che alcune indiscrezioni erano state pubblicate dal quotidiano riformista Aftab Yazd. Dell’uomo messo a morte si sa solo l’iniziale del nome, V., che aveva 30 anni e che lavorava per un ufficio provinciale del ministero del Commercio.  La donna con la quale V. avrebbe avuto la relazione proibita non e’ stata condannata a morte, secondo quanto informa ancora Aftab Yazd, aggiungendo che se ne ignorano i motivi.

Dopo Delara Darabi, la pittrice impiccata il primo maggio per un omicidio commesso quando aveva 17 anni, altri due giovani condannati per delitti commessi quando erano minorenni dovrebbero salire sul patibolo mercoledi in Iran. Lo ha detto il loro avvocato, Mohammad Mostafai, che è stato anche uno dei legali di Delara. I due di cui è in programma  l’impiccagione sono Amir Khaleghi, 18 anni, riconosciuto colpevole di avere accoltellato a morte un altro ragazzo durante una rissa due anni fa, quando ne aveva quindi 16, e Amir Khaleghi, condannato per un omicidio commesso con le stesse modalità quando aveva 17 anni.

“Ho inviato oggi una lettera al capo dell’apparato giudiziario, ayatollah Shahrudi, per chiedere il rinvio delle esecuzioni, ma credo che ci siano il 50 per cento di probabilità che le impiccagioni avvengano”, ha detto Mostafai.

Otto uomini sono stati impiccati in un solo giorno nell’est dell’Iran perche’ riconosciuti colpevoli di traffico di stupefacenti. Le esecuzioni, scrive oggi il quotidiano Etemad, sono avvenute il 2 maggio nel carcere di Taybod, vicino al confine con l’Afghanistan, Paese che detiene oltre il 90 per cento della produzione mondiale di oppio, poi esportato dai trafficanti attraverso l’Iran e altri Stati della regione. I nomi degli otto impiccati non sono stati resi noti.

Sale cosi’ ad almeno 93 il numero delle persone giustiziate in Iran dall’inizio dell’anno, secondo notizie di stampa. Nel 2008 erano state non meno di 346, secondo Amnesty International.