Iran, attacco ai pc degli impianti nucleari. Sospetti tutti su Israele

Pubblicato il 26 Settembre 2010 - 21:27 OLTRE 6 MESI FA

L’Iran ha ammesso oggi di essere stato colpito dal ‘supervirus’ Stuxnet, che attacca i computer utilizzati nell’industria e che secondo alcuni esperti potrebbe essere stato creato da uno Stato per danneggiare il programma nucleare di Teheran, forse Israele. Ma le autorita’ della Repubblica islamica hanno affermato anche che nessuna conseguenza e’ stata registrata nelle installazioni atomiche del Paese, anche se proseguono i controlli sui computer personali di membri dello staff della centrale di Bushehr.

”Una squadra sta ispezionando diversi computer per rimuovere il virus”, ha detto il responsabile della centrale, Mahmud Jafari, citato dall’agenzia Irna, aggiungendo che ”i sistemi principali dell’impianto non sono stati danneggiati”. Da parte sua, il vice capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana responsabile per la sicurezza, Zarean, ha detto che nessuna installazione nucleare del Paese e’ stata colpita dal virus.

”Ci aspettiamo che la vigilanza e la competenza degli esperti iraniani vanifichino la guerra cibernetica dei nemici”, ha aggiunto Zarean, citato anch’egli dall’Irna. ”Una guerra elettronica e’ stata lanciata contro l’Iran”, ha detto Mahmud Liayi, responsabile per la Tecnologia informatica al ministero dell’Industria, citato dal quotidiano Tehran Times, ammettendo che gia’ 30mila computer sono stati infettati nel Paese. Ma il ministro dell’Industria, Reza Taqipur, citato dal quotidiano governativo Iran Daily, ha sottolineato che finora ”nessun serio danno e’ stato segnalato ai sistemi industriali” iraniani.

Stuxnet, apparso per la prima volta in giugno, attacca in particolare programmi per l’automazione industriale prodotti dalla Siemens, utilizzati tra l’altro nelle piattaforme petrolifere, negli oleodotti e nelle centrali elettriche e molto diffusi in Iran. Pur essendo stata segnalata anche in Pakistan, India e Indonesia, la presenza del virus, che sarebbe in grado di provocare anche danni materiali agli impianti, appare piu’ diffusa nella Repubblica islamica.

Questa circostanza e l’estrema complessita’ del virus ha indotto alcuni esperti occidentali ad ipotizzare che Stuxnet sia stato elaborato non da un normale hacker ma da uno Stato con l’intento di prendere di mira installazioni in Iran, forse anche quelle atomiche. La Siemens ha tuttavia negato di avere venduto all’Iran sistemi da utilizzare nei suoi impianti nucleri. In passato sulla stampa americana era circolata la notizia che l’amministrazione di Washington aveva allo studio programmi di boicottaggio per rallentare o fermare il programma nucleare di Teheran, anche con azioni di guerra informatica.

E un responsabile della sicurezza del programma atomico iraniano citato dall’Isna afferma che e’ necessario ”fare attenzione alle minacce cibernetiche provenienti specialmente degli Stati Uniti e Israele, e studiare le contromosse”. Mahmud Liayi ha annunciato oggi che e’ stato messo a punto un antivirus specifico che sarebbe in corso di distribuzione ad industrie e apparati governativi del Paese. Liayi ha anche invitato le industrie ad astenersi dall’utilizzare i software anti-virus della Siemens perche’ potrebbero essere portatori di nuove versioni di Stuxnet o di un meccanismo per renderlo ancora piu’ potente.