Isis, mente attacco Charlie Hebdo ucciso da drone Usa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2016 - 19:31 OLTRE 6 MESI FA
Isis, mente attacco Charlie Hebdo ucciso da drone Usa

Isis, mente attacco Charlie Hebdo ucciso da drone Usa

WASHINGTON – Un altro durissimo colpo all’Isis. Questa volta è toccato a Boubaker el Hakim, 33 anni, franco-tunisino, considerato uno degli ispiratori, se non la mente, dell’attacco del 7 gennaio 2015 a Parigi contro la redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ma anche il regista di altri attacchi all’estero, come l’attacco al museo del Bardo a Tunisi nel marzo 2005, dove morirono 24 persone, tra cui quattro italiani. E’ stato ucciso il 26 novembre scorso da un drone Usa a Raqqa, l’autoproclamata capitale dell’Isis in Siria ora sotto l’offensiva di un’alleanza arabo-curda, mentre si trovava alla guida di un pick up, come hanno reso noto fonti militari Usa.

La notizia della sua morte circolava da giorni, dopo che il 2 dicembre era stata diffusa da un gruppo siriano che combatte sia l’Isis che il governo di Assad, ma senza ulteriori conferme. Boubaker El Hakim era considerato uno dei leader più importanti dell’Isis e avrebbe svolto un ruolo essenziale nella strategia della propaganda del Califfato all’estero. Era lui il mentore dei fratelli Said e Sherif Kouachi, che fecero strage di giornalisti e disegnatori nella redazione di Charlie Hebdo. ll suo nome era comparso anche nell’inchiesta sugli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi e Saint-Denis (130 morti). Nato a Parigi nel 1983 da una numerosa famiglia tunisina, Al Hakim aveva doppio passaporto. Nel 2003 dopo l’invasione dell’ Iraq aveva creato una rete di jihadisti al comando del leader di al Qaida in Iraq Al Zarqawi. L’anno successivo era passato Siria, dove era stato arrestato ed estradato in Francia.

Qui era stato condannato nel 2008 a sette anni di prigione per associazione terroristica, una rete jihadista parigina che organizzava i viaggi delle giovani reclute verso la zona iracheno-siriana. All’epoca era considerato tra i più radicalizzati della rete di giovani estremisti dell’area parigina, inclusi i due fratelli Said e Cherif Kouachi. Scarcerato nel 2011, si sarebbe spostato in Tunisia, all’epoca in piena primavera araba, apparendo nel video di rivendicazione degli omicidi dei deputati dell’opposizione locale Chokri Belaid e Mohamed Brahimi nel 2013. Quindi raggiunse l’Isis in Siria adottando il nome di battaglia di Abou Mouqatil e scalando i vertici dell’organizzazione, con un ruolo chiave nelle operazioni all’estero del gruppo e nel reclutamento di militanti.