La Gran Bretagna bombarderà l’Isis in Iraq. Cameron: “Impegno che durerà anni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Settembre 2014 - 19:28| Aggiornato il 27 Settembre 2014 OLTRE 6 MESI FA
La Gran Bretagna bombarderà l'Isis in Iraq: primi raid a ore

La Gran Bretagna bombarderà l’Isis in Iraq: primi raid a ore

LONDRA – Anche la Gran Bretagna con Danimarca e Belgio, bombarderà l’Iraq e i primi raid potrebbero avvenire a giorni. Il parlamento britannico ha approvato la mozione del governo Cameron: aerei miliari inglesi si uniranno così a quelli americani nei raid contro l’Isis. La decisione è stata presa in una giornata tesa.

Nel testo dell’esecutivo Cameron che dà il via libera agli attacchi si parla di “atti barbari” da parte dell’Is e di una chiara richiesta di intervento e di aiuto da parte delle autorità irachene, che dà copertura legale ai raid. Esclusi molto chiaramente dalla mozione i raid in Siria e gli interventi di terra. Quella in Iraq ”sarà una missione che non durerà qualche settimana, ma anni. Dobbiamo essere pronti a questo tipo di impegno”, ha detto il primo ministro britannico David Cameron. 

Un predicatore radicale  noto alle autorità e altri otto uomini sono stati arrestati a Londra con il sospetto di essere membri di un’organizzazione legata al terrorismo islamico. E’ l’esito di un’operazione frutto di un’inchiesta e non di una minaccia immediata, fa sapere Scotland Yard, ma l’allarme è alto e la preoccupazione è palpabile nella capitale britannica proprio mentre a Downing Street si riuniva il governo per discutere la possibilità di dare il via a raid in Iraq.

Londra si riarma, quindi. Il primo ministro David Cameron è rientrato dall’assemblea generale dell’Onu a New York con un messaggio chiaro: ”Non dobbiamo farci paralizzare dalla paura” di ripetere gli errori fatti in passato. Il riferimento è al trauma con cui il Paese ha per anni avuto difficoltà a fare i conti. Ovvero l’intervento deciso nel 2003 dall’allora primo ministro laburista Tony Blair accanto agli Stati Uniti contro l’Iraq di Saddam Hussein, poi rivelatosi basato su informazioni false.