Li Junjie suicida alla Jp Morgan di Hong Kong: quarto banker in pochi mesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2014 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA
Li Junjie suicida alla Jp Morgan di Hong Kong: quarto banker in pochi mesi

Li Junjie suicida alla Jp Morgan di Hong Kong: quarto banker in pochi mesi

HONG KONG – Ancora un suicidio alla Jp Morgan: il quarto in pochi mesi. Questa volta non alla sede di Londra ma a quella di Hong Kong.Li Junjie, 33 anni, si è lanciato dal tetto del quartier generale asiatico della banca, un edificio di 30 piani. 

Il mese scorso un vicepresidente di 39 anni, Gabriel Magee, si era ucciso, anche lui buttandosi dal 39° piano della sede londinese di Jp Morgan. Subito dopo un altro banchiere, ex top manager di Deutsche Bank, era stato trovato morto nel suo appartamento a Londra.

Il primo suicidio risale a meno di un anno fa: era il 20 agosto quando Moritz Erhardt, studente di 21 anni, venne trovato morto durante il suo stage nella filiale londinese di Bank of America-Merrill Lynch. Morto di fatica e stress, dopo tre giorni di lavoro ininterrotto.

 

Questi suicidi, ricorda Giuliana Ferraino sul Corriere della Sera, hanno convinto alcuni colossi bancari ad introdurre linee guida che permettano ai dipendenti un minimo di tempo per sé e per il riposo.

Da febbraio Deutsche Bank concede ai propri lavoratori, quattro giorni liberi al mese, durante il fine settimana, seguendo l’esempio di Bank of AmericaGoldman Sachs ha annunciato la creazione di una task force per migliorare l’equilibrio tra vita privata e carriera per i dipendenti più giovani, e ha eliminato il lavoro nel fine settimana per gli analisti.

Il mese scorso Jp Morgan Chase sta studiando un programma che garantisca ai banchieri più giovani un “week-end progetto” al mese, ovvero due giorni in cui sono liberi di non andare in ufficio e non rispondere a telefonate e email di lavoro.

Credit Suisse ha esortato i suoi banchieri junior a non andare in ufficio il sabato a meno che non si stiano occupando direttamente un deal in corso.

Morgan Stanley ha incaricato un comitato di studiare come migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti più giovani.

A spronare in questa direzione ci sono i dati di alcuni sondaggi realizzati dopo la morte di Moritz Erhardt: le banche d’affari impongono agli stagisti (di solito tra i 18 e i 25 anni) giornate di lavoro lunghe di 13-14 ore, per una media che spesso supera le 60 ore settimanali e talvolta arriva a 90 ore, spesso con compiti poco qualificanti.