Libia, gli insorti minacciano il rais: “Marceremo su Tripoli”

Pubblicato il 24 Febbraio 2011 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA

TRIPOLI – Libia spaccata in due: Tripoli nelle mani di Gheddafi e il resto del Paese, Cirenaica in particolare, ai rivoltosi che alzano il tiro e minacciano di marciare verso la capitale. Furibondi per la feroce repressione scatenata dal regime di Gheddafi nella Libia occidentale, i ribelli che si sono impadroniti praticamente di tutta la parte est del Paese, fino alla frontiera con l’Egitto, hanno avvertito oggi che marceranno sulla capitale: “Il nostro obiettivo è Tripoli”, ha ammonito uno dei rivoltosi. “Se Tripoli non riesce a liberarsi da sola”, ha puntualizzato.

E il ramo nordafricano di Al Qaeda si è schierata a fianco dei dimostranti accusando Gheddafi di essere “assassino di innocenti”. Il leader libico ha annunciato dal bunker di Bab al-Aziziya Tripoli un nuovo discorso in tv ai cittadini della città di Zawia, a 40 chilometri a ovest della capitale, dove stamane sono state lanciate bombe e missili che hanno distrutto la moschea con un bilancio di 40 morti e decine di feriti.

Nella città  si è concentrata un’elevata quantità di truppe governative, lungo la principale arteria che collega la Libia occidentale con quella orientale: hanno riferito testimoni oculari. “C’è una presenza dell’esercito molto pesante, con posti di blocco ovunque, ai quali è sottoposto a controlli chiunque passi”.

Il rais sta raccogliendo truppe a Tripoli per difendere la città dai rivoltosi. Secondo il New York Times migliaia di mercenari e brigate speciali di polizia, guidate dai figli del colonnello, starebbero arrivando nella capitale libica e si stanno ammassando nelle vie. Intanto i rivoltosi si preparano alla loro prima dimostrazione nella capitale: un messaggio circola sui telefonici riguardo a una mega protesta per domani.

Il leader però  continua a perdere ‘pezzi’ importanti e oggi anche il capo dei servizi di sicurezza di Bengasi, il colonnello Ali Huowaidi, si e’ dimesso e si allineato con i rivoltosi. Parole di rassicurazione arrivano intanto dal figlio del rais, Saif al Islam che oggi ha negato che ci siano stati bombardamenti sui manifestanti e anche che siano state assassinate “centinaia o migliaia di persone”. Saif ha anche accusato apertamente l’Egitto di una “cospirazione” che punterebbe a rovesciare il regime nel suo Paese.

Mentre la situazione in Libia rischia di esplodere, a Bruxelles sono riuniti i ministri degli Interni Ue per affrontare l’emergenza immigrazione. “Sono molto preoccupato su quanto succede in Libia” ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha parlato di “emergenza umanitaria” e ha chiesto all’Europa di avere “un ruolo guida”. L’Ue non esclude un intervento militare per fronteggiare l’emergenza umanitaria che si sta configurando in seguito alla crisi in Libia.

Qui di seguito, alcune immagini che giungono dalla Libia dei rivoltosi: