Arrembaggio in mare. Israele blocca sei navi di aiuti a Gaza: 19 morti 30 feriti

Pubblicato il 31 Maggio 2010 - 07:33 OLTRE 6 MESI FA

Almeno 19 passeggeri della flotta internazionale di sei navi, con a bordo attivisti pro-palestinesi che si dirigeva verso Gaza sono rimasti uccisi durante l’assalto di un commando israeliano. Lo ha annunciato la catena televisiva privata israeliana “10”. La stampa israeliana ha riferito che un ferito è stato trasportato in elicottero in un ospedale di Haifa. Le sue condizioni, a quanto si è appreso, sono di media gravità.

“La flottiglia di sei imbarcazioni che portava aiuti umanitari alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza è stata illegalmente intercettata dalla Marina militare israeliana in acque internazionali, a circa 70 miglia nautiche (130 km) dalla terraferma”. Lo ha dichiarato Hasan Naiboglu, sottosegretario del Dipartimento marittimo del ministero dei Trasporti turco.

Ci sono anche alcuni italiani, almeno sei, fra gli attivisti della flottiglia bloccata dalle forze israeliane. E’ quanto riferisce la Farnesina interpellata sulla vicenda. Le fonti del ministero degli Esteri italiano riferiscono anche che non risultano italiani coinvolti nella sparatoria che ha provocato morti e feriti. L’ambasciata italiana in Israele ha comunque inviato alcuni funzionari ad Haifa, dove la flottiglia verrà scortata dalle forze israeliane, per verificare la situazione sul posto.

Le navi della flottiglia sono dirottate dalla marina israeliana nel porto di Haifa e non di Ashdod dove si sono raccolti gli inviati di media di tutto il mondo, secondo fonti stampa israeliane. A bordo delle sei navi, secondo gli organizzatori, ci sono 10.000 tonnellate di aiuti, tra cui 100 case prefabbricate e attrezzature mediche.

C’è anche un bimbo di appena sei mesi, oltre a circa 800 altre persone, a bordo della nave turca “Mavi Marmaris”. Lo ha dichiarato Veisel Basar, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione umanitaria turca “Diritti Umani e Libertà”, parlando con l’agenzia Anadolu. “Prima dell’assalto in mare, gli israeliani hanno interrotto le comunicazioni con le navi. Ma da una fonte a bordo della nave abbiamo ricevuto un video sugli incidenti. Nelle immagini si vedono i militari israeliani che salgono a bordo da imbarcazioni o calandosi da elicotteri. Si vedono anche i feriti riuniti nella parte centrale del ponte della nave. Non abbiamo informazioni certe. Sappiamo solo che a bordo della nave c’era anche un bimbo di appena sei mesi”.

Anche una giornalista di Torino su una nave del convoglio umanitario, diretto a Gaza. Angela Lano, 47 anni, era a bordo insieme ad alcuni colleghi. “Di lei – dicono adesso alla Infopal, l’agenzia di stampa on line di cui è direttore – non abbiamo notizie. L’ultima telefonata ci è giunta alle 2 della notte scorsa: diceva ‘gli israeliani ci stanno intercettando’. Poi, il nulla”.

A bordo delle navi della flotta umanitaria diretta a Gaza c’erano anche due deputate tedesche della Linke, Annette Groth e Inge Hoeger, di cui al momento non si hanno notizie. Una collaboratrice dell’ufficio di Annette Groth al Bundestag ha comunicato di non essere riuscita a mettersi in contatto con il cellulare della deputata.

La censura israeliana ha vietato la diffusione di notizie.

Le forze di sicurezza israeliane hanno intercettato almeno una delle sei imbarcazioni della flotta internazionale di attivisti pro palestinesi che si dirigevano verso Gaza. Lo ha annunciato la tv di Hamas, mostrando immagini dei feriti, mentre la radio israeliana ha riportato la testimonianza di un giornalista arabo a bordo di una delle imbarcazioni.

Un portavoce militare israeliano ha poi spiegato che gli attivisti hanno fatto uso di armi da fuoco e da taglio e opposto resistenza violenta ai soldati. Più di quattro militari sono stati feriti, alcuni in modo grave.

Un ministro israeliano ha espresso il proprio “rammarico per tutte le vittime” dell’assalto della marina alla flotta di attivisti pro-palestinesi diretti a Gaza.

L’ambasciatore israeliano in Turchia, Gabi Levi, è stato convocato d’urgenza stamani al ministero degli Esteri turco per riferire dell’arrembaggio.

Decine di persone inferocite si sono già radunate stamani davanti alla residenza dell’ambasciatore israeliano ad Ankara e davanti all’edificio che ospita il consolato di Israele a Istanbul.

Hamas ha denunciato l’arrembaggio affermando che si tratta di “terrorismo organizzato di stato”.

Il portavoce militare israeliano non ha finora rilasciato alcun comunicato in merito all’operazione della marina al largo di Gaza. La radio israeliana ha riferito che ad Ankara il governo turco è stato convocato in seduta di emergenza e che l’ambasciatore di Israele è stato convocato al ministero degli esteri per una protesta.

Alcune navi della flottiglia battono bandiera turca e una ONG turca sarebbe uno dei principali organizzatori dell’intera operazione di invio di una flottiglia di aiuti a Gaza sotto assedio. Israele, che nega che a Gaza sia in atto una crisi umanitaria, aveva ripetutamente avvertito che avrebbe impedito alla flottiglia di arrivare a Gaza ma si era offerto di far pervenire a destinazione gli aiuti, dopo ispezione, tramite un valico terrestre. Per Israele, perciò, l’intera operazione è una “provocazione” studiata con l’intento di diffamare la sua immagine agli occhi del mondo.

La ‘flottiglia’ organizzata da diverse Ong internazionali per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza, era partita nel pomeriggio di domenica, sfidando l’embargo imposto da Israele. Le sei navi avevano a bordo circa 700 attivisti. Secondo la testimonianza di un fotografo dell’agenzia France Presse, diverse navi da guerra israeliane erano posizionate al largo delle coste della Striscia. Sabato un responsabile israeliano aveva ribadito che la marina militare di Israele avrebbr impedito alla flottiglia, con la forza se necessario, di avvicinarsi alla costa.

La polizia israeliana ha deciso di chiudere al traffico, per motivi prudenziali, alcune arterie in Israele che passano attraverso zone popolate da arabi, fra cui nel Wadi Ara. In questa zona la tensione è molto elevata dopo che si è diffusa la notizia che un leader islamico locale, sceicco Raed Sallah, sarebbe rimasto ferito in modo grave negli incidenti verificatisi nella ‘Flottiglia Ong’. La polizia israeliana ha inoltre deciso di isolare la zona della Spianata delle Moschee a Gerusalemme.

Il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha condannato stamane il “massacro” degli attivisti filopalestinesi nel corso dell’ abbordaggio delle loro navi da parte della marina militare israeliana e ha decretato tre giorni di lutto nei territori palestinesi. In Israele intanto forze armate e polizia sono state poste in stato di massima allerta.

La Turchia ha duramente condannato oggi l’assalto armato da parte della marina militare israeliana contro la flottiglia di attivisti filo-palestinesi che si recavano a Gaza con aiuti umanitari ed ha sottolineato che “questo sfortunato evento, avvenuto in mare aperto in violazione della legge internazionale, può condurre a irreparabili conseguenze nelle nostre relazioni bilaterali” con Israele. La condanna è contenuta in un comunicato diffuso ad Ankara dal ministero degli Esteri turco, in cui si sottolinea inoltre che “i militari israeliani hanno usato la forza contro civili, tra cui donne, bambini e vecchi di vari Paesi che volevano portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza”.

“Israele – prosegue il comunicato – colpendo civili innocenti, ha ancora una volta dimostrato di ignorare del tutto la vita umana e le iniziative di pace e noi condanniamo con forza tale inumano trattamento da parte di Israele”. “A parte le iniziative intraprese dall’ambasciata di Turchia a Tel Aviv, l’ambasciatore d’Israele ad Ankara è stato convocato al ministero per spiegazioni urgenti. Qualunque siano le ragioni di Israele – conclude il documento – è impossibile accettare tale azione contro civili che conducono attività pacifiche. Israele dovrà sopportare le conseguenze di questa violazione della legge internazionale”.

L’Unione europea chiede alle autorità israeliane di aprire un’inchiesta sull’attacco alle navi che trasportavano aiuti umanitari a Gaza. Lo ha detto un portavoce del ministro degli esteri della Ue, Catherine Ashton, sottolineando inoltre come Israele deve garantire il libero flusso di aiuti umanitari diretti alla Striscia di Gaza.

Intanto Israele fa sapere che, secondo Gerusalemme, i morti sarebbero solo nove, mentre fonti palestinesi hanno diffuso cifre provvisorie oscillanti fra 15 e venti morti. Quanto ai feriti, l’indicazione prevalente è di una trentina, oltre a una decina di militari delle forze speciali israeliane.