Marea nera. Spugne assorbi-petrolio e batteri Ogm: i prossimi strumenti contro gli ecodisastri

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA

Per ora il colosso Bp si è affidato ai consigli della rete, ma gli esperti si sono messi in moto contro la marea nera e futuri disastri ambientali del genere. Spugne assorbi-petrolio, batteri geneticamente modificati e sostanze chimiche speciali: sono queste le nuove armi individuate dal National Geographic per fare fronte a un incidente come quello avvenuto nel Golfo del Messico, dove una petroliera è andata in fiamme.

I tempi non sono proprio brevi bisognerà aspettare cinque anni circa per avere le spugne di materiale plastico che trattengono il petrolio e non l’acqua. «E’ frustrante per noi questo momento – afferma Matt Gawryla, uno degli sviluppatori – vorremmo che fosse già pronta».  A preparare il nuovo rimedio è la Aeroclay Inc, azienda nata proprio per portare il prototipo sviluppato dalla Case Western University di Cleveland.

«Molte compagnie stanno studiando versioni geneticamente modificate e più potenti – spiega Terry Hazen del Lawrence Berkeley National Laboratory – ma queste per ora funzionano solo negli ambienti ricchi di nutrienti del laboratorio. Una volta messi nell’acqua salata la maggior parte muore».

La Sl Ross environmental research, un’azienda privata americana, sta lavorando a delle sostanze derivate dal silicone che sono in grado di ‘gonfiare’ il petrolio, rendendolo più facile da bruciare.