Maria Giulia Sergio “vista in metro a Milano”. Fatima della jihad in Italia?

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2016 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA
Maria Giulia Sergio "vista in metro a Milano". Fatima della jihad in Italia?

Maria Giulia Sergio “vista in metro a Milano”. Fatima della jihad in Italia?

MILANO – “Io l’ho vista, l’ho vista in metropolitana qua a Milano, aveva i capelli tinti di biondo“. A parlare è un parente di Maria Giulia Sergio, la prima foreign fighter italiana, partita per la Siria due anni fa per unirsi alla jihad col nome di Fatima. Ieri, 28 settembre, si è tenuta a Milano l’udienza del processo a carico della presunta terrorista, del padre Sergio Sergio, del marito di Fatima, Aldo Kobuzi e di altre due persone. Un’udienza nella quale si sono sentiti i racconti di chi ha conosciuto da vicino la famiglia Sergio, trasferitasi dalla Campania ad Inzago (Milano) dove Maria Giulia, la sorella Marianna, il padre Sergio e la madre Assunta Buonfiglio, dal 2007 in poi, si sono tutti convertiti all’Islam, finendo coinvolti in un’inchiesta per terrorismo internazionale condotta dalla Digos e coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Paola Pirotta.

Le parole di una donna, nipote di Sergio Sergio, il padre della jihadista, rimescolano le carte per gli investigatori, convinti sino ad oggi che la foreign fighter italiana si trovasse, invece, ancora in Siria. Non ha detto nulla davanti ai giudici. L’ha confidato solo a fine udienza ad un legale e gli inquirenti, venuti a conoscenza di quelle parole, hanno deciso di far ascoltare subito la donna da un agente di polizia giudiziaria. L’avvistamento in metropolitana sarebbe avvenuto proprio in questi giorni.

Quel racconto, però, allo stato, appare poco credibile anche perché la donna, venuta a testimoniare dalla Campania all’aula bunker davanti al carcere di San Vittore, potrebbe essere rimasta suggestionata. Da quanto si è saputo, per gli inquirenti fino ad agosto scorso Fatima era ancora nelle zone di guerra siriane, ma ovviamente verranno effettuate nuove verifiche.

Poco prima, davanti alla Corte, sia la nipote di Sergio Sergio che un’amica di famiglia avevano raccontato come l’uomo e sua moglie (morta nei mesi scorsi dopo essere finita in carcere, così come il padre di Fatima) non fossero “contenti di convertirsi all’Islam: Assunta era molto cattolica e non voleva diventare musulmana ma ha ceduto e soffriva, mentre Sergio l’ha fatto solo per fare contente le figlie”.

Marianna Sergio, tra l’altro, è stata già condannata ad oltre 5 anni con rito abbreviato. “Mi è stato riferito che dopo la conversione di tutta la famiglia si sentivano tante urla in quella casa e anche che le due figlie picchiavano la madre”, ha raccontato la donna, amica di Assunta e Sergio dalla fine degli anni ’70. I due coniugi sono stati arrestati, assieme a Marianna, nel luglio 2015 perché, secondo l’accusa, stavano per partire per la Siria, convinti dalla figlia.

“Sergio – ha aggiunto la teste – era un bonaccione, un po’ ritardato, non capace di opporsi e Maria Giulia era diventata in pratica il capofamiglia. Lui si andava a nascondere nei bar di Inzago per bere e mangiare durante il ramadan, mentre la moglie si nascondeva sotto il balcone della vicina di casa per fumare”. L’uomo, che sta seguendo un “percorso di rieducazione al cattolicesimo” e che si trova agli arresti domiciliari in provincia di Avellino, verrà interrogato il 26 ottobre.