Marò, Federica Mogherini silura Staffan De Mistura: “Servono figure nuove”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2014 - 10:28| Aggiornato il 26 Aprile 2014 OLTRE 6 MESI FA
Marò, Federica Mogherini: "Al via procedura internazionale"

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (Foto LaPresse)

ROMA – “Sul caso dei marò si apre una nuova fase, diamo il via alla procedura internazionale”. Federica Mogherini, ministro degli Esteri, in un’audizione al Senato il 24 aprile ha annunciato l’invio all’India di una nota verbale. Se l’Italia non avrà risposta, il governo ricorrerà a strumenti internazionali per riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Intanto Federica Mogherini ha dato il benservito al diplomatico Staffan De Mistura, che da due anni seguiva vanamente la vicenda. La nuova fase decisa dall’Italia sul caso marò, con l’avvio della procedura internazionale, ha detto Federica Mogherini,

“esaurisce quella in cui ha operato Staffan de Mistura che voglio ringraziare a nome del governo per la dedizione e  l’instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda. Servono figure nuove, stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore”.

La Mogherini ha annunciato anche il rientro a Delhi di Daniele Mancini, ambasciatore italiano, che seguirà la nuova fase del caso. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha spiegato:

“Siamo usciti dall’alveo bilaterale, per innalzare il contenzioso a livello internazionale: siamo ancora aperti a discutere con gli indiani,ma non abbiamo altra via che ricorrere all’arbitrato internazionale. Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità”.

Il ministro Mogherini, parlando in Senato, ha spiegato:

“Il 18 aprile scorso l’Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all’immunità funzionale dei due fucilieri di marina e al diritto internazionale, ricordando che dopo due anni c’è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all’Aja il 25 marzo scorso”.

La nota verbale inviata all’India chiede un “exchange of views”, cioè uno scambio di vedute, sulla vicenda dei due marò e sul loro rientro in Italia:

“Nel caso in cui non si raggiungesse in tempi ragionevoli, per questa via, una soluzione accettabile, si ricorrerà a strumenti internazionali di risoluzione delle dispute in base alle norme internazionali”.

La Pinotti invece, parlando in audizione congiunta a Camera e Senato, ha sottolineato che ora si apre una nuova fase:

“Ricordo solo che ad oltre due anni dall’incidente, a fronte di un atteggiamento da parte dell’India dilatorio, manca ancora un atto di accusa valido. Il governo italiano ha dovuto interrogarsi su una situazione che lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito incomprensibile e sul fatto che la via seguita fino ad allora ed un giudizio spedito da parte indiana, non era percorribile”.

La nuova fase risponde ad una strategia condivisa, spiega il ministro della Difesa:

“L’internazionalizzazione della vicenda per innalzare il contenzioso a livello internazionale. Trattenere due militari per oltre due anni, sottoponendoli alle indagini della Nia e alle procedure antiterrorismo, è inaccettabile”.