Migranti, dopo Medici senza frontiere anche Sea Eye sospende i soccorsi davanti la Libia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2017 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, dopo Medici senza frontiere anche Sea Eye sospende i soccorsi davanti la Libia

Migranti, dopo Medici senza frontiere anche Sea Eye sospende i soccorsi davanti la Libia

ROMA – Dopo Medici senza Frontiere anche l’Ong tedesca Sea Eye ha annunciato la sospensione delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo davanti alla Libia. Le due decisioni sono determinate dalla volontà della Libia di istituire una zona Sar, “limitando l’accesso delle Ong in acque internazionali” e a un “rischio sicurezza” segnalato dal Mrcc “dovuto a minacce armate della guardia costiera libica“. La Ong tedesca rilancia la denuncia di MsF: “Ci troviamo costretti a questa decisione a causa della mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo”, “non possiamo più continuare il nostro lavoro, non possiamo garantire la sicurezza degli equipaggi”, “l’espansione delle acque territoriali libiche e le minacce alle Ong non ci lasciano altra scelta”, si legge in una serie di tweet.

“I libici oramai possono fare quello che vogliono con il sostegno dell’Europa e dell’Italia – afferma Stefano Argenziano, coordinatore dei progetti di migrazione di Medici senza frontiere – noi di Msf non vogliamo essere cooptati in questo meccanismo illegale, perverso e disumano”, sottolinea Argenziano, secondo cui “il codice di condotta è solo una distrazione, non ha alcuna base legale. Chi rispetta la legalità siamo noi, come abbiamo sempre fatto. Sono illegali, invece, gli accordi con la Libia, che fanno proliferare gli scafisti e le mafie. Le crisi migratorie si risolvono solo con la gestione ragionata dei flussi. Riprenderemo le nostre attività in mare solo – conclude – se si tornerà alla legge e al diritto internazionale”.

“Se queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia” dichiara Loris De Filippi, presidente di Msf. “Se le navi umanitarie vengono spinte fuori dal Mediterraneo, ci saranno meno navi pronte a soccorrere le persone prima che anneghino. Chi non annegherà verrà intercettato e riportato in Libia, che sappiamo essere un luogo di assenza di legalità, detenzione arbitraria e violenza estrema”.