Migranti: in Niger dove i militari francesi non muovono un dito per fermare l’esodo verso l’Italia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2017 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
Migranti: in Niger dove i militari francesi non muovono un dito per fermare l'esodo verso l'Italia

Migranti: in Niger dove i militari francesi non muovono un dito per fermare l’esodo verso l’Italia

ROMA – Migranti: in Niger dove i militari francesi non muovono un dito per fermare l’esodo verso l’Italia. Solo nel 2016 di qui sono passati 291mila africani diretti in Europa, quelli che finiscono sui barconi di fortuna e alimentano l’emergenza umanitaria epocale che l’Italia è lasciata sola a sostenere. Siamo in Niger, dalle parti di Séguèdine ultimo avamposto del famigerato “corridoio libico”, la rotta che da Agadez conduce quel carico di umanità che chiamiamo migranti economici verso la Libia, il mare.

Stipati in camion e trabiccoli di ogni tipo dai trafficanti di uomini che provvedono a taglieggiarli ad ogni tappa (quando non vengono uccisi, violentati, rapinati), i migranti economici che Macron non vuole e di cui argina l’ingresso ad ogni costo, passano indisturbati davanti a guarnigioni di legionari francesi che al massimo fanno ciao con la mano.

Sono guarnigioni adibite a misure antiterrorismo, pattugliano il Sahara, danno la caccia a jihadisti di ogni risma, loro compito è difendere gli interessi francesi nell’area e cioè la stabilità del Niger e delle sue miniere da dove esce l’uranio che manda avanti tutte le centrali nucleari transalpine. Il reportage di Gianluca De Feo di Repubblica getta una luce sinistra sul dramma della migrazione, consentito senza muovere un ciglio a monte, stroncato senza scrupoli a valle.

Ma la guarnigione dell’Armée non si cura di questa moltitudine in movimento nel deserto. Ci sono foto che mostrano l’equipaggio dei blindati francesi mentre saluta i migranti stipati in cima a un camion, gli stessi che settimane dopo verranno soccorsi dalle navi nel Canale di Sicilia. O immagini dei fuoristrada zeppi di persone che arrancano vicino ai bimotori Transall parcheggiati sull’aeroporto della base militare. I mercanti di uomini si mostrano tranquilli, anzi rassicurati dalla presenza dei soldati occidentali che tiene lontani i predoni. (Gianluca De Feo, La Repubblica)