Modella russa morta a 14 anni: avvelenata, no morta di fatica. Sospetti su una rivale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2017 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA
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Modella russa morta a 14 anni: avvelenata, no morta di fatica. Sospetti su una rivale

MOSCA – Tredici ore di sfilate ininterrotte, poi è crollata a terra e non si è più svegliata. La storia di Vlada Dzyuba, la giovanissima modella russa di appena 14 anni morta a fine ottobre, aveva fatto il giro del mondo. Ma ad uccidere la ragazzina, che da tre mesi lavorava a Shanghai in Cina, non è stata la fatica: una rivale l’avrebbe avvelenata. L’autopsia sul corpo della modella russa ha evidenziato la presenza di un veleno biologico che l’avrebbe uccisa e ora la polizia sta indagando sull’avvelenamento.

Francesco Tortora sul Corriere della Sera scrive che non è ancora chiaro se Vlada sia stata avvelenata intenzionalmente o se abbia mangiato per sbaglio qualcosa di letale, o addirittura che si sia trattato del morso di un insetto velenoso. Quel che è certo è che la giovane modella non è morta di fatica per quelle tredici ore passate a sfilare:

“Pochi giorni dopo la morte, il corpo della ragazza è stato trasferito in Russia: «Può essere che un insetto velenoso abbia morso la ragazza – hanno dichiarato gli inquirenti ai media russi -. Oppure ha mangiato qualcosa di letale o è stata deliberatamente avvelenata».  Per avvicinarsi alla verità – concludono gli investigatori – bisogna effettuare nuovi test perché «l’esatto veleno organico non è ancora stato identificato». Per l’agenzia di stampa Mash «gli esperti non hanno ancora stabilito ciò che ha provocato la sua morte, ma è chiaro che non si tratta di una semplice infezione».

In un primo momento si era ipotizzato che il decesso di Vlada fosse stato provocato da una presunta meningite cronica cui si era aggiunto un esaurimento fisico. Ma già a poche ore dal decesso l’ospedale cinese in cui era stata ricoverata aveva segnalato l’avvelenamento del sangue «con diversi organi danneggiati, disfunzione epatica e insufficienza renale». Il caso è seguito dal Comitato Investigativo Russo che per ora non ha rilasciato comunicazioni ufficiali. La vicenda ha provocato grandi polemiche in Russia perché, come ha raccontato il «Siberian Times», Vlada era pagata miseramente e non aveva neppure un’assicurazione medica, nonostante avesse firmato un contratto trimestrale con l’agenzia cinese Esee”.