Naufragio, i sopravvissuti: “Ci siamo aggrappati ai morti per non annegare”
di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Aprile 2015 - 18:45| Aggiornato il 21 Aprile 2015 OLTRE 6 MESI FA
(Foto d’archivio)
CATANIA – I naufraghi morti intrappolati nella stiva di un barcone come topi, i superstiti sopravvissuti tenendosi a galla grazie ai cadaveri in mare degli altri compagni di viaggio, quelli che erano sul ponte e che sono finiti in acqua. “Ci siamo aggrappati ai morti per non finire a fondo”, hanno raccontato alcuni dei 28 sopravvissuti. Ventotto su 900, partiti dalla Libia “in cerca della felicità”, come ha detto papa Francesco.
Quando i soccorritori sono arrivati, nella notte tra sabato e domenica, i vivi si facevano largo tra i morti, annaspavano tra i cadaveri urlando e sbracciandosi per attirare i gommoni che perlustravano la zona, in quel tratto del Canale di Sicilia al largo delle coste libiche che è ormai diventata una enorme fossa comune marittima.
“Durante le ricerche in mare dei cadaveri abbiamo trovato due persone vive in mezzo ai morti”, hanno raccontato i soccorritori. “Erano allo stremo delle forze hanno urlato con le loro ultime forze perché hanno sentito il rumore del motore e siamo riusciti ad individuarli e a salvarli. Non avrebbero resistito ancora a lungo”.
Tra i 28 sopravvissuti anche i due scafisti: il ministro dell’Interno Alfano ha annunciato che sono entrambi in stato di fermo.
“Fermati i due scafisti dell’imbarcazione affondata. Si tratta del comandante, tunisino, e di un suo assistente, siriano”, ha detto Alfano in una nota.
I 28 superstiti sono arrivati, nella tarda serata di lunedì, a Catania a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera.
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