Pakistan: fratello e sorella cristiani torturati per aver rifiutato Islam

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2016 - 08:02 OLTRE 6 MESI FA
Pakistan: fratello e sorella cristiani torturati per aver rifiutato Islam

Pakistan: fratello e sorella cristiani torturati per aver rifiutato Islam

ROMA – Rapiti da una gang pakistana musulmana per aver rifiutato di convertirsi all’Islam: il fratello torturato e costretto ad ascoltare le grida della sorella di 17 anni, mentre veniva violentata nella stanza accanto. La gang musulmana, aveva preso di mira la famiglia cristiana che vive in Pakistan: al rifiuto di convertirsi alla religione islamica, i fratelli sono stati rapiti; Arif è stato torturato e Jameela stuprata.

Il giovane è riuscito a fuggire e tornare dalla sua famiglia, ma Jameela è scomparsa. Alla British Pakistani Christian Association affermano di aver assistito la famiglia, che vive nel Kasur un piccolo villaggio nella parte orientale del paese, dopo la loro tragedia. Secondo l’Associazione, la gang musulmana ha preso di mira la famiglia poiché cristiana e minacciata con pistole, bastoni e tubi di metallo.

Arif non solo è stato torturato ma ha dovuto ascoltare le grida della sorella mentre era violentata dalla gang, in un’altra stanza. La mattina successiva è riuscito a fuggire e tornare dalla famiglia ma di Jameela non si sa nulla. L’Associazione, scrive il Daily Mail, aferma che la polizia locale si è rifiutata di esaminare il caso e la famiglia è profondamente scossa. C’è anche il rischio che Jameela non torni più a casa, il che provoca grande angoscia e disperazione. Wilson Chowdry, presidente della British Pakistani Christian Association dichiara:”che questi despoti musulmani possano rapire le ragazze cristiane con una tale impunità è una sventura per la reputazione internazionale del Pakistan”.

I cristiani rappresentano circa il quattro per cento della popolazione pakistana e tendono a non dare nell’occhio in un paese in cui sono bersagli di bombe di sunniti musulmani che li considerano eretici, insieme a sufi e sciiti. In Pakistan, tutte le minoranze ritengono che lo Stato non riesca a proteggerle e tollera anche la violenza contro di loro. Nel 2014, un tribunale pakistano ha confermato la pena di morte per una cristiana, Asia Bibi, accusata di blasfemia; il caso ha attirato l’attenzione dei media mondiali dopo che due politici di primo piano, sono stati assassinati nel tentativo di aiutarla.