Papa Francesco in Africa, 007 francesi: rischio attentati

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Novembre 2015 - 18:08 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco in Africa, 007 francesi: rischio attentati

Papa Francesco

BANGUI – Allerta per il viaggio di papa Francesco in Africa. Secondo i servizi segreti francesi c’è un alto rischio di attentati non solo diretti verso il pontefice, ma anche verso la folla che si radunerà per assistere alle cerimonie.

L’allerta dei servizi francesi riguarda soprattutto la Repubblica Centrafricana, dove, nella capitale Bangui, papa Francesco, il 29 novembre, inaugurerà il Giubileo per l’Africa. Nel suo viaggio dal 25 al 30 novembre il pontefice visiterà anche Kenya e Uganda.

Nonostante la possibilità di attacchi jihadisti, il pontefice non ha mai messo in questione il suo viaggio. E a pochi giorni dalla partenza ha registrato un videomessaggio per le popolazioni locali.

“Verrò da voi come messaggero di pace”: papa Francesco si rivolge così agli abitanti della Repubblica Centrafricana. “Sarò pronto a sostenere il dialogo interreligioso per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese. So che è possibile, perché siamo tutti fratelli. Avrò la gioia di aprire per voi, un po’ in anticipo, il Giubileo della Misericordia, che sarà per tutti, mi auguro, l’occasione provvidenziale per un autentico perdono, da ricevere e da dare, e un rinnovamento nell’amore”.

Sempre nel video-messaggio alla Repubblica Centrafricana, Papa Francesco rivolge “un saluto con grande affetto, indipendentemente dall’appartenenza etnica o religiosa”. Poi spiega: “Questa è la prima volta nella mia vita che io verrò nel continente africano, così bello e così ricco nella sua natura, la sua gente e le sue culture; e mi aspetto grandi scoperte e incontri arricchenti”.

Sulla difficile situazione del Paese dice: “Il vostro caro Paese ha da troppo lungo tempo una situazione di violenza e di insicurezza, della quale molti di voi sono vittime innocenti. Lo scopo della mia visita è innanzitutto portare a voi, a nome di Gesù, il conforto della consolazione e della speranza. Spero sinceramente che la mia visita possa contribuire in un modo o nell’altro a guarire le ferite e aprire un futuro più luminoso per il Centrafrica e tutti i suoi abitanti”.