Quebec City: strage alla moschea, sei morti. Killer era studente canadese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2017 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA
Quebec City: strage alla moschea, sei morti. In 4 mentre si gettano sui killer

Quebec City: strage alla moschea, sei morti. In 4 mentre si gettano sui killer

ROMA – Quebec City: strage alla moschea, sei morti. In 4 mentre si gettano sui killer. Anzi, sul killer, visto che dopo ore è stato arrestato solo Alexandre Bissonnette, uno studente canadese. Avrebbe aperto il fuoco all’interno della moschea di Quebec City: secondo le testimonianze dirette hanno urlato Allah Akbar ma tradivano un forte accento del Quebec. E infatti a differenza di Bissonnette, l’altro fermato, Mohamed Khadir, marocchino, è stato rilasciato: era un semplice testimone di quanto accaduto..ì “Niente ci fa pensare che ci siano altri sospetti”, ha riferito la portavoce della Surete du Queben Christine Coulombe. Sempre secondo il giornale, tra le sei vittime della sparatoria ci sarebbero due algerini, un marocchino, un tunisino e due di un altro Paese africano.

Sei le vittime accertate, a decine i feriti. Sempre secondo chi era all’interno (lo apprendiamo dalla cronaca del quotidiano canadese Ottawa Sun) almeno quattro di loro hanno trovato la morte eroicamente cercando di fermare gli attentatori disarmati, gettandosi contro di loro.

In particolare a uno di loro, racconta uno sgomento testimone, è stato scaricato un caricatore in piena faccia nel disperato tentativo di pararglisi contro. La strage è un colpo al cuore dell’accogliente Canada, la cui politica dista anni luce rispetto alle drammatiche chiusure di questi giorni imposte dalla nuova amministrazione dei vicini Usa. Quebec City fra l’altro ha un bassissimo tasso di criminalità.

I buoni rapporti con la comunità musulmana non devono però far dimenticare minacce recenti e avvisaglie poco rassicuranti, come la testa di maiale fatta trovare a giugno all’ingresso della moschea della strage: incellofanata e infiocchettata la testa era accompagnata dal biglietto Bon appétit”. Tre settimane più tardi, riporta sempre l’Ottawa Sun, una lettera rivendicativa era stata fatta circolare nel vicinato (recava il messaggio: “Cos’è più grave, una testa di maiale o un genocidio?”).