Siria, esercito ribelli: “Basta piano Annan, attacchiamo”

Pubblicato il 27 Maggio 2012 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo siriano respinge ogni attribuzione di essere dietro la strage di Hula, costata la vita a 92 civili, dei quali 32 bambini, e annuncia una commissione di inchiesta per fare luce su quello che definisce “un massacro terrorista”. Da parte loro, i ribelli dell’Esercito siriano libero, citati dalla Cnn, annunciano rappresaglie contro i militari fedeli al presidente Assad perché, dicono, non è più possibile rispettare il piano di Pace di Annan, usato dal regime per i massacri contro la popolazione disarmata. Gli attivisti: 13mila morti da marzo 2011

“Dopo questa lunga attesa, una prova di pazienza e costanza, il comando congiunto dell’Esl in Siria annuncia che non e’ piu’ possibile rispettare il piano di pace mediato da Kofi Annan, che il regime utilizza a proprio vantaggio per perpetrare altri massacri contro i civili disarmati”, ha affermato il portavoce dell’Esl, colonnello Qasim Saad Eddine, in un video postato su Youtube. “E’ chiaro che il piano Annan e’ morto, e Bashar al Assaf e la sua gang criminale non capiscono altro che il linguaggio della forza e della violenza”, ha aggiunto.

“Esortiamo i nostri combattenti, i soldati e i rivoluzionari a condurre attacchi organizzati e pianificati contro i battaglioni di Assad e i membri del regime”, tuona un altro leader dell’opposizione armata, il generale Mustafa Al-Sheikh.

“L’unico linguaggio che il regime capira’ e’ quello delle armi: aspettate e vedrete, faremo pagare loro ogni singola goccia di sangue che e’ stata versata”, tuona Bassim al-Khaled, portavoce di un altro gruppo armato.

Oltre 13.000 persone, in maggioranza civili, sono morte dall’inizio della rivolta in Siria a metà marzo 2011. Lo riferisce l’Osservatorio per i diritti dell’uomo precisando che le vittime sono 9.183 civili, 3.072 membri dell’esercito e 794 disertori.