La Siria attacca padre Dall’Oglio: “Pagato per sostenere al Qaeda”

Pubblicato il 20 Settembre 2012 - 19:24 OLTRE 6 MESI FA
Bashar al-Assad (Foto Lapresse)

DAMASCO – Il padre italiano gesuita Paolo Dall’Oglio è stato “pagato per sostenere al Qaeda”: è l’accusa del governo di Damasco sul sacerdote espulso nei mesi scorsi dopo aver vissuto oltre 30 anni in Siria per dedicarsi al dialogo tra cristiani e musulmani.

Scrive una nota del ministero degli Esteri siriani: “Il signor Dall’Oglio non ha rispettato la sua missione spirituale, ma ha preso parte alla campagna di disinformazione mediatica contro la Siria, Paese che lo ha ospitato per decenni facilitando i suoi compiti. Padre Paolo Dall’Oglio, che da ospite ha trascorso in Siria trent’anni e che è stato testimone di tutti i successi raggiunti dalla Siria negli ambiti politico, economico e sociale, sta ora conducendo un tour in alcuni Paesi, incontra responsabili (istituzionali) e porta avanti con numerose testate giornalistiche una campagna mediatica pagata da certe entità”.

Secondo il comunicato di Damasco, padre Dall’Oglio “attacca la Siria e giustifica le azioni terroristiche compiute dai gruppi armati, dalle forze jihadiste, salafite, takfire tra cui al Qaida. Le autorità ecclesiastiche siriane competenti hanno allontanato padre Dall’Oglio perché ha oltrepassato la sua missione spirituale e perché si è intromesso nella vita interna siriana a favore dei gruppi terroristici. Questo è stato dimostrato dalle dichiarazioni di Dall’Oglio, che ha chiesto l’imposizione di una no-fly zone fuori dal contesto del Consiglio di sicurezza Onu, schierandosi così nella trincea dei nemici”.

Il sacerdote si difende, e dice all’Ansa: ”La dichiarazione contro di me del ministero degli Affari esteri siriano va radicalmente a scapito della credibilità del regime siriano dato che le accuse sono talmente assurde da dimostrare l’assurdo nel quale si muovono i gerarchi siriani. C’è da auspicarsi che ora più che mai la comunità internazionale intervenga”.

Assad: “Il regime non crollerà”. Sempre oggi, 20 settembre, il presidente Bashar al Assad in un’intervista ad un settimanale egiziano si è detto certo che il regime “non cadrà. L’opposizione armata non riuscirà, il cambiamento non può avvenire eliminando i vertici del regime”.

Nell’intervista al settimanale ‘Al Ahram el Arabi’, dello stesso gruppo del quotidiano omonimo, il presidente siriano afferma che in Siria non si ripeterà ”lo scenario libico” e attacca Turchia, Qatar e Arabai Saudita per il loro sostegno all’opposizione siriana.

L’unica via di uscita dalla crisi, per Assad è ”il dialogo con l’opposizione” , sostiene Assad. ”L’opposizione armata pratica il terrorismo contro tutte le espressioni dello Stato e la soluzione non potrà che venire attraverso il dialogo interno”, osserva il presidente siriano affermando che la porta del dialogo è aperta e che in più occasioni ha proposto la grazia per chi deponesse le armi.