Staminali negli occhi per guarire vista: tre donne diventano cieche

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Marzo 2017 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA
Staminali negli occhi per guarire vista: tre donne diventano cieche

Staminali negli occhi per guarire vista: tre donne diventano cieche

MIAMI – Si sono fatte iniettare cellule staminali negli occhi per guarire. Così tre donne hanno perso la vista: le iniezioni sono state somministrate in una clinica della Florida. A segnalare il caso sul New England Journal of Medicine sono i medici che le hanno avute in cura dopo queste complicazioni. Una delle pazienti, di 72 anni, è rimasta completamente cieca, mentre le altre due, di 78 e 88 anni, hanno subito danni gravi e permanenti alla vista.

Prima della terapia, avevano tutte un indebolimento della vista, ma potevano vedere abbastanza da guidare. Le donne soffrivano di degenerazione maculare, una malattia che porta alla perdita progressiva della vista, e hanno pagato 5mila dollari ciascuna per avere le iniezioni di staminali nel 2015, pubblicizzate online come prive di rischi. Nella clinica, con la liposuzione gli hanno aspirato il grasso dalla pancia, da cui hanno estratto le staminali che poi gli sono state iniettate negli occhi.

Le pazienti avevano scoperto la clinica perché aveva pubblicato uno studio sul sito clinicaltrials.gov, gestito dal National Institutes of Health, e pensavano di partecipare ad una sperimentazione clinica approvata dal governo. Ma lo studio non c’è mai stato, né ha mai ricevuto l’ok governativo. In effetti le sperimentazioni cliniche non hanno bisogno dell’approvazione del governo Usa per essere pubblicate su questo sito.

Tuttavia, avvertono gli esperti, il dover pagare un prezzo per partecipare a uno studio dovrebbe essere un campanello d’allarme per i pazienti. Inoltre, segnala il rapporto, non sono stati seguiti i requisiti minimi di una sperimentazione: sono stati trattati entrambi gli occhi insieme, quando in questi casi si procede con uno solo, per vedere se ci sono complicazioni. Non ci sono stati inoltre di laboratorio precedenti, né il confronto con altri pazienti trattati. Thomas Albini, il medico che ha seguito le pazienti per le complicazioni, ha allertato la Food and Drug Administration (Fda), che ha avviato un’indagine.