Sud Africa: turista svedese stuprata dai bracconieri di rinoceronti con armi in pugno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2017 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

PRETORIA – Una turista svedese ventenne è stata stuprata da sette bracconieri armati nel parco di Thula Thula, in Sud Africa. La turista svedese è stata scelta a caso e poi violentata davanti a tutti. “Più che bracconieri – dicono i ranger — pensavamo fossero terroristi”.

Il commando di bracconieri, composto da sette uomini, ha fatto irruzione nel parco con l’intenzione di strappare il corno di due baby rinoceronti: “Sapevano che i due baby-rinoceronti stavano per essere liberati nel parco, avevano fretta di prendersi in anticipo il bottino”. Il primo l’hanno freddato e mutilato all’istante, all’altro hanno strappato il corno da vivo, lasciandolo in agonia fino all’alba e finché non s’è deciso d’abbatterlo.

Concluso il blitz, il commando ha continuato con le sue violenze. Prima hanno picchiato  le guardie, una è grave all’ospedale, poi hanno messo al muro i volontari europei che lavorano al parco, legati uno per uno e infine, per divertirsi un po’, hanno violentato tutt’e sette una studentessa svedese di 20 anni, ancora ricoverata e sotto choc. “E’ stato il Ground Zero del bracconaggio”, dice ora la stampa sudafricana.

“Rispetto a quello dell’avorio — spiega Andrea Crosta, lo 007 italiano dell’Elephant Action League (Eal) che combatte il bracconaggio internazionale — , è un contrabbando relativamente facile. Non c’è bisogno di nascondere l’intera zanna. La cheratina viene spesso polverizzata, per essere poi bevuta, ed è più facile da trasportare. Capita pure che viaggi nelle valigette diplomatiche. Molti Paesi si pagano così le spese extra delle loro ambasciate: quand’ero in Somalia a indagare sul traffico gestito dagli Shebab, i jihadisti vicini ad Al Qaeda che si finanziano con l’avorio e i corni, sono spuntate le complicità di personale diplomatico della Corea del Nord…”.

“La tesi che si cerca di far passare è che sia meglio tagliare i corni e lasciare vivere i rinoceronti anche così, per tutelarli dal bracconaggio e garantire la specie – dice Crosta -. E’ un’idea che non convince: in realtà, incrementa ancora di più la domanda di corni sul mercato asiatico, soprattutto in Cina e in Vietnam, dove serviranno generazioni per estirpare secoli di false credenze sui pregi della cheratina animale”.