Terrorismo, Carlos The Jackal a processo per attentato a Parigi 40 anni dopo

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2017 - 06:36 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Iliz Ramirez Sanchez, noto anche come Carlos the Jackal, sta scontando l’ergastolo perché accusato di aver lanciato, oltre 40 anni fa, una granata in un affollato centro commerciale di Parigi. Era il 1974 quando, a causa dell’attentato, morirono due persone e ne rimasero ferite oltre 15.

L’uomo di origine venezuelana, che tra gli anni ’70 e ’80 fu uno dei terroristi più famosi, al momento sta scontando l’ergastolo in Francia per una serie di omicidi e attacchi che ha perpetrato nel paese per la causa palestina o per la rivoluzione comunista. Venne arrestato la prima volta in Francia 20 anni fa, e in seguito nel 2011 e 2013; se ora dovesse essere di nuovo condannato per omicidio di primo grado, rischia di non uscire mai più dalla prigione.

Ramirez Sanchez, oggi 67enne, apparirà di fronte a una corte francese per aver messo un ordigno nel ristorante del quartiere Latino, nel settembre 1974. Al tempo dell’attentato, l’uomo ancora non era stato soprannominato “Carlos The Jackal”, o tantomeno era diventato uno dei fuggitivi più ricercati al mondo. All’epoca, infatti, era poco più che ventenne ma già attivo nel Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Il soprannome, viene da un finto terrorista, inventato da Frederick Forsith nel romanzo “Il giorno dello sciacallo”, poi diventato un famoso film. Quando la polizia giunse sul posto, il centro commerciale era devastato, le finestre completamente distrutte e parecchio sangue sparso sulle pareti.

Carlos si è sempre proclamato innocente e ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda; la sua avvocatessa, nonché fidanzata, Isabel afferma che nessuno dei testimoni ha descritto un uomo che avesse le sembianze del suo cliente e che il caso era solamente una montatura. A 5 anni di distanza dall’attentato, il quotidiano arabo Al Watan Al Arabi, pubblicò una lunga intervista con un uomo identificato come Ramirez Sanchez che affermava di aver personalmente gettato la granata nel ristorante, descrivendo nel minimo dettaglio l’attentato e spiegando la motivazione.

Nell’ articolo del 1979, l’uomo che si pensava fosse Carlos disse di aver attaccato il “drugstore Publicis” per fare pressione sul rilascio di un attivista giapponese arrestato in Francia due mesi prima. L’attentato, affermò, fu un’operazione di backup a seguito della presa in ostaggio in corso nell’ambasciata francese dei Paesi Bassi. Fu in nome della causa palestinese che l’uomo diventò il capo militare del PFLP in Europa, sostenendo di essere il “responsabile logistico e politico” di tutte le operazioni del gruppo sul continente, nonché di “tutti i feriti e i morti”.

“Sono un eroe della Resistenza palestinese e sono l’unico sopravvissuto in Europa perché abituato a sparare per primo”, ha riferito agli investigatori. Carlos, nel 1994 fu arrestato in Sudan dall’intelligence francese, 20 anni dopo l’attacco per cui era stato accusato. Il caso arrivò con enorme ritardo in in tribunale poiché, inizialmente, fu annullato per mancanza di prove; gli avvocati di Carlos seppero tener testa ai giudici, aggiungendo a ogni udienza delle vere e proprie “sfide” da risolvere.