Thailandia, i ragazzini scrivono ai genitori: “Stiamo bene”. L’allenatore chiede perdono

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Luglio 2018 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA
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Thailandia, i ragazzini scrivono ai genitori: “Stiamo bene”. L’allenatore si scusa

BANGKOK (THAILANDIA) – Non possono ancora comunicare per telefono, ma i 12 giovanissimi calciatori thailandesi intrappolati da due settimane nella grotta Tham Luang [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] hanno fatto sapere ai genitori che stanno bene, in brevi messaggi scritti che sono stati diffusi questa mattina sulla pagina Facebook dei Navy Seals thailandesi.

Tutti i ragazzi, assieme al loro allenatore, hanno avuto modo di scrivere qualche riga ai loro cari, con messaggi dal contenuto simile: rassicurazioni sulle proprie condizioni di salute, nostalgia, voglia di svago una volta liberati. “Non preoccupatevi per me, i Navy Seal si stanno prendendo cura di noi”, scrive Panumat Saengdee, 13 anni. “Fa un po’ freddo, ma non preoccupatevi. E non scordatevi della mia festa di compleanno”, dice Duangphet Promthep, anche lui 13enne. Più nostalgico Adul Sam-on, 14 anni: “Mi mancate tutti. Voglio tornare a casa”. Altri ragazzi hanno invece richieste sul cibo che desiderano mangiare una volta tornati in superficie, come pollo fritto e carne alla griglia. Ekkarat Wongsookchan, 14 anni, ha invece un messaggio specifico per la mamma: “Ti aiuterò a fare shopping ogni giorno una volta libero”.

Tra i messaggi c’è anche quello dell’allenatore Ekkapong Chantawong, 25 anni e orfano di madre e padre. La sua lettera è rivolta a tutti i genitori dei ragazzi: “Prometto che farò del mio meglio per prendermi cura di loro. Voglio rivolgere le mie più sentite scuse ai genitori”, ha scritto il ragazzo, che viene elogiato da molti per i sacrifici a favore dei ragazzi, come il fatto che ha rinunciato alla sua parte di cibo per mantenerli forti durante gli interminabili nove giorni prima di essere individuati dai soccorritori.

L’attesa continua senza ancora la fase dell’emergenza più acuta visto che le piogge restano lontane dalle colline montagnose e dalle grotte che hanno ancora troppa acqua dalle alluvioni precedenti per poter consentire di procedere al piano A, il trasferimento dei ragazzi dalla grotticina di Nern Nom Sao vicino alla celebre “Pattaya beach”, alla base dei sommozzatori 500 metri più avanti. I metri più difficili, anche se sono soltanto una minima parte del tragitto completo di quasi 4 chilometri fino all’uscita e alla salvezza.

Quando questo potrà avvenire non si sa e dipende sia dalle condizioni fisiche dei 13 , che devono essere non solo buone ma ottime, sia dal livello dell’acqua che continua a essere più o meno stabile con la grande incognita di che cosa succederà quando ricominceranno i monsoni pesanti. Il governatore Narongsak Osatanakorn ha spiegato che in alternativa sono stati effettuati 18 buchi di lato e sopra il presunto soffitto della grotta-rifugio, ma ce ne vorrebbe uno “di almeno 600 metri, forse più (impossibile per ora un calcolo preciso, ha detto) che potrebbe richiedere anche due mesi di trivellazioni. Se questo fosse praticabile, sarebbe pur sempre un’alternativa più veloce alla terza delle ipotesi che prevede un’attesa lunghissima. “Il periodo ideale per farli uscire sarebbe ben oltre la fine dei monsoni, tra dicembre e gennaio”, ha precisato ieri Osatanakorn. E’ la prima volta che l’alto funzionario responsabile dei soccorsi indica una data così netta e lontana nel caso non si facesse in tempo a preparare tecnicamente i ragazzini e l’allenatore a uscire con le bombole prima delle nuove piogge che riempiranno certamente le cavità delle grotte rendendo l’uscita con le mute da sub una missione impossibile.

Tra le note più negative dell’aggiornamento di giornata c’è l’ulteriore riduzione del livello di ossigeno nella grotta dei ragazzi e in quella numero 3 dei soccorritori, dal 23 per cento misurato la sera del ritrovamento lunedi scorso al 15 per cento di due giorni fa e il 13 per cento di ieri. “Se continua così tutti possono rischiare stati di incoscienza per le conseguenze dell’assenza di aria sui polmoni e la circolazione sanguigna. Quindi – ha detto Osatanakorn – anche se non siamo ancora a livelli letali, dovremo aumentare le forniture di ossigeno e limitare il numero delle persone lì dentro. Ci sono 100 persone che continuamente vanno e vengono, attualmente troppe per la poca aria disponibile e la formazione di pericoloso ossido di carbonio”.

Il governatore ha anche precisato che ogni giorno i coordinatori si incontrano per tre, quattro ore e si aggiornano per confrontare le idee e decidere che cosa fare, consapevoli che “ogni errore puo’ avere imprevedibili conseguenze successive”. “L’altra notte per esempio – ha spiegato – l’acqua era ancora troppo alta”.