Usa. Tenta il suicidio alla vigilia della condanna a morte, rinviata l’esecuzione

Pubblicato il 9 Marzo 2010 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

Lawrence Reynolds

Tenta il suicidio alla vigilia dell’esecuzione della sua condanna a morte. Per prestargli i soccorsi e salvargli la vita la pena capitale viene spostata di una settimana. Si chiama Lawrence Reynolds, 43 anni, di Akron in Ohio, il condannato a morte per aver violentato e strangolato una vicina di casa di 64 anni. Reynolds, che allora aveva 27 anni, portò gli amici sulla scena del crimine per mostrare il cadavere della donna.

La portavoce del Department of Rehabilitation and Correction dell’Ohio, Julie Brown, ha riferito che il detenuto è stato trovato incosciente nella sua cella nel carcere di Youngstown, in Ohio, la notte prima di essere trasferito nel carcere di Lucasville, dove per le 10 del mattino era fissata la sua esecuzione. Il detenuto aveva ingerito un quantitativo imprecisato di farmaci. E’ stato portato d’urgenza in ospedale, e i medici sono riusciti a salvarlo.

«Per legge siamo tenuti ad osservare due doveri precisi – ha spiegato Julie Brown -: da un lato dobbiamo provvedere alla salute del detenuto fino al momento dell’esecuzione; dall’altro dobbiamo eseguire correttamente la sentenza». Per questo motivo il governatore dello Stato, Ted Strickland, esercitando il suo potere di grazia ha rinviato l’esecuzione al 16 marzo prossimo. E’ la seconda volta che l’esecuzione di Reynolds viene rinviata.

Reynolds avrebbe dovuto già essere messo a morte l’8 ottobre scorso mediante iniezione letale. Ma tre settimane prima, durante l’esecuzione di un altro condannato, il boia non era riuscito a trovare la vena in cui iniettare l’anestetico letale prescritto dalla legge, il thiopental sodium. Per questo in Ohio tutte le condanne a morte erano state temporaneamente sospese, compresa quella di Reynolds.

Il caso apre domande di carattere etico non solo sulla legittimità della pena di morte, su cui in America da anni è in corso un acceso dibattito, ma sul senso dell’esercizio della professione medica. «Quali sono in questo caso i livelli di decenza per un medico?» ha chiesto Richard Dieter, direttore del Death Penalty Information Center di Washington. Non è la prima volta negli Stati Uniti che un detenuto tenta il suicidio 24 ore prima della sentenza. Il caso più clamoroso riguarda un condannato del Texas, David Lee Herman, che nel ’97 si tagliò la gola e i polsi 24 ore prima dell’esecuzione. Fu salvato, e giustiziato 24 ore dopo.