Vanessa e Greta: riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2015 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA
Vanessa e Greta: riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre

Vanessa e Greta: riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre

ROMA – Vanessa e Greta, riscatto ci fu, New York Times. Ma anche Berlusconi pagò sempre. Su Vanessa e Greta, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, mentre ribadiva che nessun riscatto è stato pagato per la loro liberazione, ha anche detto un’altra cosa, e cioè che le decisioni assunte sono in linea con quelle assunte dall’Italia nel passato in casi simili. Per cui, se pagamento inconfessabile c’è stato, è perché i governi, non questo governo, hanno sempre pagato. A partire da quello di Berlusconi: strumentalizzazioni politiche ai danni dell’ultimo ministro lascerebbero dunque il tempo che trovano.

Uno 007 in pensione ha confidato al Fatto Quotidiano che l’Italia ha “SEMPRE” pagato ricatti, calcando appunto sull’avverbio e dileggiando un po’ l’ingenuità di chi crede alla versione governativa, di qualsiasi colore. Una pratica estesa a tutti gli scenari di guerra, dall’Iraq all’Afghanistan (si trattava con i signori della guerra locali), fino ai pirati che infestano l’Oceano indiano.

 E allora ha ragione il nostro ex 007 che per trattare devi avere tempo, i danari non sono un problema. Tempo e buoni contatti sul territorio. Ma per i quattro contractors rapiti in Iraq in quel 2004, non ci furono trattative, né soldi spesi: Maurizio Agliano, Umberto Cupertino, Salvatore Stefio, i tre sopravvissuti dopo l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi, furono liberati dopo un blitz. “E come fai a individuare una stamberga di Ramadi, città a oltre cento chilometri da Baghdad, dove i tre erano rinchiusi insieme a un polacco (Jerzy Ros, ndr) se non paghi informatori, gole profonde, gente che sta un po’ di qua e un po’ di là?”.

L’allora ministro degli Esteri, Franco Frattini, disse che non c’era stata trattativa: “È stata una azione di intelligence e militare senza spargimento di sangue”. “Beato te – è la replica – e che doveva dire? Darvi il numero del bonifico con l’iban e tutto? Ma per favore, la linea è sempre la stessa, ieri come oggi, con Frattini o con Gentiloni. Negare, negare sempre. Per i tre la trattativa fu lunga, soprattutto dopo l’esecuzione di Quattrocchi (“vi faccio vedere come muore un italiano”, ndr), e con varie concessioni. (Enrico Fierro, Il Fatto Quotidiano)

Rispetto all’ultima vicenda, continuano intanto a giungere diverse conferme informate, il pagamento per liberare Vanessa e Greta c’è effettivamente stato. Rukmini Maria Callimachi, giornalista del New York Times e grande esperta di rapimenti in Medio Oriente (ha svelato fra l’altro come l’Europa, vero bancomat dei jihadisti, abbia pagato in totale 125 milioni di dollari in 6 anni) ne è sicura e lo ha dichiarato al Fatto Quotidiano.

Cominciamo col dire che il governo italiano ha sempre pagato per i riscatti. Conosco da vicino i casi di Sandra Mariani, e Rossella Urru, entrambe rapita da al Qaeda in Algeria. Nel caso di Mariani gli appoggi locali erano in Burkina Faso, il denaro è stato stanziato dal governo italiano e pagato attraverso mediatori locali. Spesso però questo riscatto è mascherato da aiuto umanitario. Il Paese europeo paga una governo locale o una ong, che poi gira il dovuto ai sequestratori. L’ha fatto anche la Germania nel 2003 in Mali. Si scrive aiuto umanitario, si legge riscatto. (Alessio Schiesari, Il Fatto Quotidiano)