Vatileaks, allo Ior conti di papa Luciani e Paolo VI

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2015 - 12:42 OLTRE 6 MESI FA
Vatileaks, allo Ior conti di papa Luciani e Paolo VI

Papa Luciani

VENEZIA – Tra i soldi dello Ior, la banca vaticana, spuntano anche due conti correnti intestati a papa Giovanni Paolo I (al secolo Albino Luciani, morto nel 1978 dopo solo 33 giorni sul soglio pontificio) e a papa Paolo VI (all’anagrafe  Giovanni Battista Montini, morto anche lui nel 1978): nel primo caso si tratta di 110,864 euro, nel secondo caso di 125.310 euro su un conto, 296.151 dollari su un altro, spiega Francesco Dal Mas su La Nuova di Venezia e Mestre, che si domanda come sia possibile questo.

Alla sua domanda risponde Aldo Toffoli, che di papa Luciani è stato collaboratore quando era presidente dell’Azione Cattolica: “No, non è possibile”. Ma questo risulta dai documenti raccolti da Gianluigi Nuzzi per il suo libro “Via Crucis”, uno dei due volumi (insieme ad “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi) da cui è scaturito il nuovo caso Vatileaks. 

Dal Mas su La Nuova di Venezia riporta la testimonianza di Toffoli:

«Luciani, per come l’ho conosciuto, non era certamente un prete o un vescovo da conti in banca» racconta Toffoli «anzi con gli istituti di credito non aveva proprio un buon rapporto. Abbiamo tutti presente il suo disgusto per come (non) funzionava lo Ior».

Ma a testimoniare la sua volontà di trasparenza finanziaria c’è la vicenda di due sacerdoti, monsignor Stefani e don Cescon, autori di un grave ammanco di cui dovette farsi carico la diocesi.

«Monsignor Luciani non si dava pace dei danni subiti da tanta gente che aveva affidato i propri risparmi a questi sacerdoti e volle risarcirla, vendendo alcuni beni della diocesi, anche se non era tenuto a farlo» spiega Toffoli, «semmai ho pensato al denaro – scriveva Luciani il 9 agosto 1962 -, l’ho fatto in maniera piuttosto staccata, idealistica, come quando ho ricordato il miracolo della moneta trovata nel pesce sventrato e mi sono augurato che l’economo del seminario andasse a sventrare in alto mare una balena addirittura, ricavando di che pagare le spese».

Sono in molti a sostenere che per tanti aspetti Papa Francesco sta praticando quanto Luciani non ha avuto modo di mettere in atto, dati i soli 33 giorni del suo pontificato.

«Non solo Luciani avrebbe anticipato la sobrietà, per non dire povertà di Francesco, per cui è incredibile la notizia che fosse un correntista» conclude Toffoli «ma anche l’indignazione che l’attuale pontefice manifesta per quei suoi collaboratori che non si comportano da uomini di Chiesa, non rispettano con la loro vita la dignità e la responsabilità che hanno». Il caso sembra destinato a far discutere: la chiarezza nei conti del Vaticano è un obiettivo che neppure Bergoglio sembra in grado di realizzare”.