Veneto, 160 mila euro donati per i terremoti. Fermi in banca dal 2003

Pubblicato il 6 Luglio 2012 - 16:09 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Circa 160 mila euro, frutto della solidarietà dei veneti, ristagnano nelle casse di un conto Unicredit dal 2003. In principio fu il terremoto che distrusse l’Iran, era il Natale del 2003 e i veneti scioccati dalle immagini trasmesse al telegiornale decidono di avviare una raccolta fondi, la Regione dà il via libera al Centro regionale della Protezione civile per l’attivazione di un conto: in pochi mesi, la solidarietà dei veneti raggiunse quota 112 mila euro. A 9 anni di distanza le 56 mila vittime del sisma iraniano sono un’immagine sbiadita ma in ricordo resta quel conto corrente aperto a loro nome nel 2003. Unicredit ha ben custodito tutti i 112 mila euro con relativi interessi.Ma non finisce qui.

Un anno dopo uno tsunami investe il Sud Est Asiatico, è di nuovo Natale, l’anno è il 2004. Il conto corrente è lì, rimasto inutilizzato, viene riaperto e in pochi mesi altri 44 mila euro rimpinguano le casse. Questi soldi sono poi effettivamente giunti a destinazione ma ci hanno impiegato sette anni. Solo pochi mesi fa sono infatti stati girati all’ambasciata thailandese. Non sono stati altrettanto “fortunati” i terremotati abruzzesi: per loro i veneti donarono 192 mila euro. Di questi 127 mila sono stati consegnati alla Regione per la sistemazione della Chiesa di San Marco a L’Aquila. I restanti 65 mila giacciono ancora lì insieme ai soldi per gli iraniani.

E poi è stata la volta del terremoto di Haiti, gennaio 2010, i veneti donarono 1000 euro. Altrettanti ne arrivarono pochi mesi più tadi per le vittime dell’alluvione del Pakistan. E così in totale fanno 160 mila, ancora tutti nelle casse di Unicredit. L’assessore regionale alla Protezione civile Daniele Stival assicura che si sta facendo il possibile per assegnare il denaro raccolto. Per lui è una “spina nel fianco” ereditata con l’assunzione dell’incarico.

Ma la Regione assicura che non c’è stata alcuna distrazione.”E’ colpa della burocrazia internazionale” si giustifica Stival. In Iran, “la situazione è surreale: i “paletti” fissati dall’embargo internazionale ci impediscono di consegnare quei soldi. La stessa Unicredit ci ha comunicato di non poter fare alcun trasferimento di denaro”.

Ok, ma per l’Abruzzo? “Dobbiamo aspettare che il commissario per l’emergenza ci comunichi a cosa verranno destinati i 65mila euro ancora in cassa”.