Venezuela, sciopero fame in carcere: detenuti assumono farmaci a caso, 21 morti

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2014 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA
Venezuela, sciopero fame in carcere: detenuti assumono farmaci a caso, 21 morti

Venezuela, sciopero fame in carcere: detenuti assumono farmaci a caso, 21 morti

CARACAS – Detenuti in rivolta in un carcere del Venezuela: almeno 21 sono morti per aver ingerito farmaci a casaccio per protesta. Altri 158 sono rimasti intossicati. I reclusi che hanno assaltato l’infermeria del carcere di Uribana, avevano cominciato da martedì uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere e le ripetute violazioni dei diritti umani da parte del personale carcerario.

Il ministero del servizio penitenziario di Caracas ha confermato la morte solo di 13 reclusi, precisando che le autorità del carcere hanno chiesto l’aiuto del personale della “guardia nazionale bolivariana”. La nota del ministero sottolinea che tra i farmaci ingeriti dai detenuti c’erano “antibiotici, anti-ipertensivi, antiepilettici e alcol”, fatto che, viene sottolineato, “ha provocato l’intossicazione di un consistente numero di prigionieri”.

I prigionieri, precisano i media di Caracas, avevano deciso di ingerire i medicinali per richiamare l’attenzione delle autorità sulla loro protesta, iniziata lo scorso lunedì, contro le condizioni di vita della prigione. Secondo alcune fonti, durante l’ammutinamento le autorità del carcere hanno abbandonato la prigione, permettendo così ai reclusi di prendere il controllo dell’infermeria, dove si trovano i medicinali. Dopo le prime notizie sui morti, i famigliari delle vittime si sono recati nel carcere per avere informazioni sui loro cari.

Il carcere di “Uribana”, viene inoltre precisato, “fa parte dei 70 centri di reclusione del Paese dove viene applicato il nuovo regime penitenziario nazionale, che – si sottolinea – supera il vecchio modello del passato, caratterizzato dalle deplorabili condizioni di anarchia e violazione dei diritti umani”.