Violentata a 17 anni. Ma per il giudice “non era indifesa”

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Marzo 2017 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA
Violentata a 17 anni. Ma per il giudice "non era indifesa"

Violentata a 17 anni. Ma per il giudice “non era indifesa”

VERACRUZ (MESSICO) – Sua figlia di 17 anni viene violentata da tre ex compagni di classe davanti ad un locale. E lui cerca di farsi vendetta da sola. Ma il risultato che ottiene è terribile per la ragazza.

Questa storia di ordinaria di violenza è accaduta a Veracruz, in Messico. Una sera del 2015 Dafne Fernandez, 17 anni, è stata stuprata da tre suoi ex compagni di classe davanti ad un club. Quando l’è venuto a sapere, il padre, Javier Fernandez, ha deciso di farsi giustizia da solo. In Messico, del resto, non è una cosa inusuale, visto l’alto tasso di corruzione della polizia. Inoltre l’uomo temeva che gli agenti avrebbero potuto umiliare la figlia.

Così Fernandez si è ripromesso di ottenere giustizia con le sue mani. Ha deciso di incontrarli e ha registrato una conversazione con loro in cui li invitava a chiedere scusa a sua figlia per quello che le avevano fatto. Solo che la traccia audio è finita sui social network e per la figlia l’umiliazione c’è stata davvero, e pesantissima.

Su internet, ma non solo, sono iniziate a girare voci su Dafne, definita una ragazza facile (nel migliore dei casi). Che ovviamente ne ha molto sofferto.

 

Alla fine i Fernandez si sono rivolti alla polizia. Il caso è rimasto fermo per mesi, fino a quando Fernandez non ha consegnato agli agenti le tracce audio con le confessioni degli stupratori. E alla fine sono stati spiccati i mandati d’arresto.

Il processo è iniziato solo alcuni mesi fa, dopo che Diego Cruz, 21 anni, è stato estradato dalla Spagna in Messico. Ma gli aguzzini di Daphne hanno sostenuto la tesi che la ragazza fosse salita volontariamente a bordo della loro Mercedes per “divertirsi”. La previsione del padre si è realizzata: un giudice ha scoperto che Cruz aveva toccato il seno alla ragazza e poi l’aveva penetrata con le dita, ma secondo lui non con intento carnale. Il giudice ha anche sostenuto che, sebbene la ragazza fosse stata costretta a salire in auto, non era mai stata “indifesa”. Alla fine Cruz è stato scagionato.