Abs e Quantitative Easing: cosa sono e come funzionano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2014 - 19:06 OLTRE 6 MESI FA
Abs e Quantitative Easing: cosa significano e come funzionano

Mario Draghi (LaPresse)

ROMA – “Abs” e “Quantitative easing”: cosa sono e come funzionano i due strumenti “non convenzionali” di cui si parla molto oggi che la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi ad un nuovo minimo storico dello 0,05% ed il presidente Mario Draghi ha anche annunciato il via libera all’acquisto degli Abs (Asset backed security) per rilanciare la crescita e far risalire l’inflazione nell’eurozona. Mentre è rimasta invece nel cassetto la cartuccia del “quantitative easing”.

– Gli “ABS” (ASSET BACKED SECURITIES) sono titoli che impacchettano mutui e prestiti bancari a famiglie e imprese, con la potenziale creazione di centinaia di miliardi di moneta fresca. Le banche vedranno liberarsi capitale di rischio e potranno prestare di più. In sostanza gli Abs sono delle obbligazioni che le banche emettono sui crediti che vantano. La scelta della Banca europea di fare acquisti massicci di Abs significa allo stesso tempo fare da garante sui rischi che le banche corrono prestando denaro e immettere liquidità nel sistema.

È incerto però, perché Draghi non lo ha rivelato, quali saranno i requisiti sui quali si baserà la Bce per l’acquisto, in pratica se Francoforte comprerà solo quelli di migliore qualità con il rischio di essere poco efficace oppure estenderlo a strumenti meno “pregiati”. A secondo dei casi l’ammontare del valore economico può variare considerevolmente.

QUANTITATIVE EASING. È l’arma finale, l’acquisto massiccio di titoli di Stato e altre attività finanziarie. Si tratta di un’operazione che potrebbe creare in pochi mesi 1.000 miliardi di euro di moneta, deprezzando l’euro aumentandone il quantitativo in circolazione e creando inflazione. Farebbe inoltre abbassare i rendimenti dei titoli di Stato, calare il famigerato “spread” fra i rendimenti dei Bund tedeschi e i bond sovrani delle altri Paesi europee, rendendo così minore la spesa per gli interessi sul debito per quegli Stati che hanno problemi di conti pubblici, Italia in primis.