Alcoa, scenario nero. Ministero: “Proposta Glencore inaccettabile”

Pubblicato il 27 Settembre 2012 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA
Claudio De Vincenti (Foto Lapresse)

ROMA – Il ministero dello Sviluppo Economico ha bocciato la richiesta di Glencore di prezzi dell’energia elettrica più bassi per lo stabilimento Alcoa di Portovesme. La società svizzera aveva chiesto che il costo della bolletta non superasse i 25 euro per Mwh per i prossimi dieci anni. Una cifra inferiore a quella pagata attualmente nello stabilimento del Sulci, di 35 euro per Mwh, e che è stata uno dei motivi per cui gli americani di Alcoa se ne sono andati.

La richiesta del responsabile del settore alluminio della multinazionale svizzera, Daniel Goldberg, era arrivata in una lettera al governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, e al sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti.

Proprio dal ministero è arrivata la bocciatura della proposta di Glencore. In una lettera De Vincenti scrive che il prezzo chiesto da Glencore non è “allineato con la media dei prezzi applicati in Europa”.

E in una nota Alcoa scrive: “Il ministero dello Sviluppo economico è impegnato nella ricerca di soggetti imprenditoriali interessati a investire nello smelter di Portovesme in modo solido, a condizioni di mercato. Le richieste avanzate dalla società Glencore nella sua ultima lettera non risultano compatibili con tali requisiti”.

Secondo il ministero, la richiesta della multinazionale svizzera di un intervento del Governo presso i fornitori per ottenere un prezzo inferiore al prezzo di mercato implicherebbe ”forzature che non sarebbero compatibili con la normativa europea”.

Il Ministero nella lettera precisa che i 35 euro per Mwh proposti, per un lungo periodo, dal governo italiano costituiscono un prezzo ”allineato con la media dei prezzi applicati in Europa e consistentemente inferiore a quelli in vigore in Paesi rilevanti come Germania, Olanda e Spagna”.

Quanto al ruolo che l’esecutivo potrebbe giocare presso i fornitori di energia, De Vincenti afferma che ”vi è una disponibilità, nell’ambito delle normali prerogative di governo, a fornire a Glencore, come a qualsiasi altro operatore, un supporto nelle negoziazioni”. Le richieste formulate da Glencore, invece, ”implicano forzature che non sarebbero compatibili con la normativa europea” e l’esecutivo italiano, prosegue il testo, ”non puo’ e non intende derogare” a quanto previsto dalle norme Ue.

La lettera si chiude con l’auspicio che, sulla base di queste conclusive precisazioni, Glencore avvii finalmente il confronto con Alcoa per l’acquisizione dell’impianto di Portovesme.