Asola, tassa medievale sui campi. Affrancarsi caro costa…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2016 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
Asola, tassa medievale sui campi. Affrancarsi caro costa...

Asola, tassa medievale sui campi. Affrancarsi caro costa…

MANTOVA – Asola, tassa medievale sui campi. Affrancarsi caro costa… Tra le assurdità di una tassazione predatrice mancavano i “livelli”, sorta di gabella sopravvissuta ai secoli che risale ai contratti agrari del medioevo: succede ad Asola nel mantovano, dove il Comune è “costretto” ad esigere un tributo tanto anacronistico quanto esoso. Un refuso della storia che continua però a vessare gli attuali proprietari terrieri: o pagano per affrancarsi o devono continuare a versare il canone.

La vicenda raccontata dalla Gazzetta di Mantova ha del kafkiano: una legge di riordino del 1974 non ha però cancellato i vincoli che vengono registrati su ogni atto catastale per cui 20 proprietari se li ritrovano tali e quali anche nei passaggi di proprietà e nei sistematici obblighi fiscali. Un diritto decaduto ma che formalmente è rimasto in piedi: la precedente amministrazione, dice l’ex sindaco di Asola Giordano Busi, non ha fatto in tempo a fare la delibera per consentire l’affrancamento (termine quanto mai rivelatore, ndr.) gratuito

In sostanza quei terreni asolani, una ventina in tutto, la cui proprietà si tramanda di padre in figlio o per compravendita, risulterebbero vincolati dal Comune che, come un antico signore feudale, concede ai proprietari di lavorarli in cambio di un canone. Da qui l’emanazione di un regolamento, che nelle intenzioni vuole chiarire questa materia e mettere tutti i proprietari sullo stesso piano, ma che sta facendo allarmare il mondo agricolo.

Ai proprietari terrieri vincolati dal “livello” il Comune infatti ha offerto di “affrancarsi”, cioè cancellare il vincolo, versando una cifra di circa 3.600 euro ad ettaro. Chi non lo fa, dovrà pagare un canone annuo di circa 240 euro ad ettaro che, con il pregresso quinquennale, fanno 1.200 euro. Se il Comune non esige la cifra, rischia una denuncia per danno erariale, ma la somma considerevole è in grado di creare seri problemi economici a molte aziende. (Francesco Romani, Gazzetta di Mantova)