Bce: mutui a tasso variabile aumentati anche di 312 euro l’anno

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 7 LUG – Mutui a tasso variabile più salati per i consumatori dopo la decisione della Banca Centrale Europea di aumentare il costo del denaro per la seconda volta quest’anno.

Secondo il Codacons il rialzo dei tassi all’1,5% ”produrrà una stangata media per le famiglie italiane, che stanno pagando un mutuo a tasso variabile, pari a 204 euro all’anno, ossia 17 euro al mese”.

Per l’associazione ”si tratta di una misura che la Bce è stata costretta a prendere per colpa di governi come quello italiano che non solo non ha preso misure antinflazionistiche di politica fiscale ma che addirittura sta incentivando il rialzo dell’inflazione con decisioni sciagurate come quella di aumentare le accise sui carburanti”.

Per Federconsumatori e Adusbef la decisione dell’Eurotower si ripercuoterà ”su circa 2,3 milioni di famiglie” che hanno scelto un mutuo a tasso variabile.

”Le rate dei mutui indicizzati subiranno una maggiorazione di 11 euro al mese (132 euro l’anno) per un mutuo decennale di 100.000 euro a tasso variabile, che passa dal 2,75 al 3%, col costo della rata mensile che sale da 954 a 965 euro”, spiegano le due associazioni a tutela dei consumatori.

Maggiori oneri anche per un mutuo di 100.000 euro di durata ventennale ”che passa da 542 euro al mese a 554, con un aumento di 12 euro mensili (144 euro l’anno). Se poi la durata è trentennale, si passa da una rata di 408 a 421 euro mese (+156 euro l’anno)”.

Ma ancora peggio, aggiungono le due organizzazioni, sarà per i mutuatari con prestiti da 200.000 euro a 10 anni a tasso variabili: ”Le loro rate passano da 1.908 euro mensili a 1.930 (+22 euro al mese, +264 euro annui) nella migliore delle ipotesi”.

Stangata ancora più dura per un mutuo trentennale di 200.000 euro, fanno sapere, ”con la rata mensile che passa da 816 euro a 842 euro (+26 euro mensili, pari a + 312 euro l’anno)”.

Inoltre, l’aumento dei tassi, sottolineano Federconsumatori e Adusbef ”comporterà maggiori oneri per rinnovare lo stock dei titoli del debito pubblico. Dal 15 luglio a fine 2011, occorrerà rinnovare 130,202 miliardi di euro di titoli in scadenza”, ”con un aggravio di 325,5 milioni di euro di maggiori interessi per il 2011”.

Il rincaro del tasso Bce, spiega l’Ad di Mutui Supermarket.it Stefano Rossini, spingerà ”sempre più verso una ripresa della domanda dei mutui a tasso fisso rispetto ai mutui a tasso variabile, che nei primi 5 mesi del 2011 hanno spiegato circa il 60% delle richieste”.