Bollette luce e gas inventate: perché le mandano e come riconoscerle

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2017 - 13:27 OLTRE 6 MESI FA
Bollette luce e gas inventate: perché le mandano e come riconoscerle

Bollette luce e gas inventate: perché le mandano e come riconoscerle

ROMA – Siete caduti nella trappola delle bollette inventate? Avete sottoscritto contratti di fornitura per l’energia elettrica o il gas a vostra insaputa? Accade sempre più spesso che Enel e altri competitor si rivolgano ad ignari consumatori per la riscossione di fatture non dovute, imputandogli contratti inesistenti. Il più delle volte i cittadini sono stati tratti con l’inganno a cambiare fornitore, o peggio non hanno mai acconsentito. Lo documenta un’inchiesta sul telemarketing condotta da Massimo Sideri su Sette, il settimanale del Corriere della Sera.

Come avviene il pasticcio? Si parte da una telefonata tipo, trascritta da Sideri:

“Io sono Anna bzzzzzz (incomprensibile, ndr) e la sto contattando dall’Ufficio Consumatori di Energia Elettrica. Stiamo chiamando perché ci risulta che lei sulle ultime tre fatture per questo anno ha pagato più del dovuto. E proprio per questo motivo stiamo chiamando oggi per verificare una di queste fatture e vedere quando ha pagato di più e che cosa possiamo fare che nelle prossime fatture di eliminare questo. L’ufficio fa parte di autorità statale energia elettrica e gas e un officio amministrativo che si occupa di consumatori e stabilisce i prezzi una volta che vediamo qualcosa che non va, in questo caso il cliente paga più del dovuto, si interviene da questa parte. Siccome questa settimana siamo nella sua zona stiamo chiamando anche lei per verificare e per vedere. Gentilmente mi trovi fattura, verifichiamo insieme…”.

Il primo segnale di allarme sta nel nome di presentazione: non esiste infatti alcun Ufficio Consumatori Energia Elettrica. In secondo luogo, se siete abbastanza scaltri, dovreste domandarvi: se sanno che avete pagato più del dovuto perché chiedervi di leggergli la bolletta? In realtà chi chiama spera così di strapparvi un’informazione preziosa: il numero della fornitura, indispensabile per cambiare il contratto a vostra insaputa.

Il giornalista del Corriere è andato direttamente alla fonte a chiedere delucidazioni. L’Enel è perfettamente consapevole del caos e ha attivato un servizio di “quality call” per stanare le agenzie cui viene subappaltata la ricerca di nuovi clienti che non brillano per correttezza. Nella maggior parte dei casi i contratti si annullano per “disconoscimento della firma”, cioè l’utente non ha mai firmato il contratto o peggio è stata falsificata magari da agenti disperati per le provvigioni.

Non aiutano neppure i nomi dati alle società. Dal 1˚ gennaio 2017 Enel è stata infatti costretta anche a cambiare denominazione. Enel Energia è la società che opera sul mercato libero, Enel Servizio Elettrico, il nome della società con cui agiva sul settore a maggior tutela, quello cioè con le tariffe dettate dall’Autorità. Quest’ultima ora si chiama Servizio Elettrico Nazionale. E gli altri operatori? Esistono competitor scorretti che si spacciano per Enel, proponendo propri contratti.

Sideri cita a titolo di esempio una sentenza del Tribunale di Benevento:

L’utente Mario Antonacci si ritrova con Enel Energia Spa, Enel.Si Srl società con unico socio, e Denel Srl. Notare che la Enel.Si Srl fa parte di Enel Spa, mentre la Denel no. Confusione casuale o voluta? Non aiuta nemmeno una normativa contraddittoria che spinge Enel a far causa agli utenti. Il paradosso è questo. Da un lato il Codice del Consumo – che recepisce la normativa europea – afferma che, in caso di contratti illeciti, nulla sia dovuto. Ma, per quanto possa sembrare assurdo, la delibera 153 del 2012 dell’Autorità del settore sostiene che, anche in casi come questi, si può detrarre solo la quota di commercializzazione. Insomma: quando arriva la fattura, si è costretti a pagare, anche se la firma sul contratto non è la nostra. Salvo poi andare dal giudice. Questo perché la bolletta ingloba l’intera filiera del mercato. A sua volta Enel deve pagare (come il distributore Terna); e tutto ricade sull’utente. L’unico piccolo David contro diversi grossi Golia. Non hai firmato? Paghi. Ti arrivano bollette a sorpresa da migliaia di euro? Paghi. Molte cause vanno avanti da anni.

Come mai il telemarketing selvaggio è tornato alla carica più agguerrito di prima? La ragione è che il regime di tutela del prezzo è in via di esaurimento. Il Ddl concorrenza, in esame in Parlamento, prevede che dal 1° luglio 2018 il settore energia passi definitivamente al mercato libero. Come spesso accade in periodi di transizione, si è scatenato il far west. Enel però intanto ha promesso: “Non chiameremo più al telefono potenziali nuovi clienti per stipulare contratti di elettricità e gas, a partire da fine maggio”.