Bollette luce e gas: attenti al telefono

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Settembre 2017 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Bollette luce e gas: attenti al telefono

Bollette luce e gas: attenti al telefono

ROMA – Bollette luce e gas: attenti al telefono. In vista della fine del Mercato tutelato dell’energia e del passaggio al Mercato libero a luglio del 2019, gli operatori stanno cominciando a posizionarsi con politiche di offerta molto aggressive. Il momento è importante per i consumatori perché finirà l’era dei prezzi calmierati delle bollette e perché è in questi mesi che si deve opzionare l’offerta più conveniente. E’ importante informarsi prima e non affidarsi solo alle comunicazioni telefoniche che spesso sono un po’ terrorizzanti e ingannevoli.

“Buongiorno, entro la fine dell’anno finirà il Mercato Tutelato e, se non sottoscrive ora il contratto con noi, la sua utenza verrà automaticamente trasferita ad un altro gestore con delle condizioni economiche meno vantaggiose”: telefonate come queste rappresentano una minaccia dalla quale ci si può difendere.

Certo è che non bisogna farsi prendere dalla fretta. C’è ancora molto tempo fino a luglio del 2019. Intanto, fino a quella data gli utenti del Mercato Tutelato hanno diverse possibilità. Le indicazioni arrivano da Confconsumatori che spiega che le famiglie possono restare nel Tutelato fino al 1° luglio 2019. Poi dovranno necessariamente sottoscrivere un nuovo contratto nel Libero. Se non vogliono aspettare, possono passare direttamente a un contratto nel Mercato Libero, ma informandosi preventivamente e scegliendo accuratamente tra le diverse proposte dei vari gestori. Nel Mercato Libero ogni venditore ha più contratti che prevedono condizioni e prezzi differenti o offerte aggiuntive (sconti, assicurazioni, fornitura di lampadine, etc.). La durata e ogni specifica su fatturazione, morosità, rateizzazione ecc. sono indicate nel contratto. Per orientarsi in questo nuovo mondo, è molto utile il motore di ricerche online «Trova Offerte» dell’Autorità per l’energia. (Sandra Riccio, La Stampa)