Bollette della luce ridotte (forse) di 5€ l’anno. “Risparmio” di 40 cent al mese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Giugno 2013 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

Bollette della luce ridotte di 5 euro l'anno... fanno 40 centesimi al meseROMA – Bollette della luce alleggerite di 5 euro annui nel 2013, 10 euro nel 2014. Tanto dovrebbe valere per le famiglie italiane la riduzione, pari a un totale di 550 milioni, del prezzo dell’energia elettrica deliberata dal governo Letta nel decreto “Fare”. Se si tiene presente che ogni anno paghiamo in media 511 euro di luce, la riduzione non è proprio delle più alte o delle più incisive per l’alleggerimento delle spese. Fanno 4o centesimi al mese. 80 quando e se la riduzione dovesse essere di 10 euro l’anno.

Ad ogni modo che la riduzione sia effettivamente di 5 euro l’anno non è ancora confermato. Potrebbe essere anche di meno. E potrebbe anche non esserci nessuno sconto. Scrive il Corriere della Sera:

Nella giornata di lunedì i tecnici dei ministeri competenti erano ancora al lavoro per “cifrare” il decreto e nelle ultime ore è circolata l’indiscrezione di 150 milioni di euro, di cui ora dispone l’Erario, provenienti dalla cosiddetta componente A2 della bolletta (oneri per la messa in sicurezza del nucleare), e che potrebbero essere destinati al taglio delle bollette.

Ma su quanto sia effettivamente il risparmio sulla bollette c’è in atto un gioco di numeri, di se e di ma. Il Messaggero riporta:

Secondo alcuni calcoli, anziché a 500 milioni il risparmio arriverebbe a circa 200 milioni. È vero che il decreto prevede anche una revisione della componente tariffaria A2, con l’abolizione di alcune norme introdotte dalle Finanziarie del 2004 e del 2005. Altri 150 milioni. In totale, quindi, si arriva a circa 350 milioni. Ed è qui che scatta l’allarme delle associazioni: a fronte di questo risparmio inferiore al previsto, in attesa che la rimodulazione vada a regime nel 2014, potrebbe invece scattare un maggior onere sulle bollette valutato circa 600 milioni, dovuto alle agevolazioni sugli oneri di trasmissione che un decreto dei ministri Passera e Grilli aveva garantito a suo tempo alle aziende energivore per favorirne la competitività ed evitare (vedi caso Alcoa) la delocalizzazione . Un importo che, secondo alcune stime, farebbe aumentare la bolletta elettrica del 2%.

Il decreto “Fare” prevede poi un mix di misure per ridurre il prezzo dell’energia elettrica. Dall’estensione della Robin tax dalle imprese che producono energia da fonti rinnovabili con ricavi superiori a 10 milioni di euro e un reddito imponibile a un milione di euro a quelle con ricavi superiori a 500 mila euro e un imponibile superiore a 80 mila euro. Ma proprio questa norma sarebbe saltata perché l’intento del governo sarebbe quello di fare una riflessione più ampia sul tema delle rinnovabili.

Il Corriere della Sera ricorda:

Quello che invece nel decreto c’è ancora e produrrebbe risparmi per 300 milioni di euro è il blocco della maggiorazione dal 15% al 40% degli incentivi concessi agli impianti alimentati a bioliquidi (olio di palma). Un aumento che era previsto dovesse scattare dal primo gennaio, ma per il quale l’ex ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, perplesso sulla misura, non aveva emanato il decreto ministeriale. Tuttavia l’Autorità per l’Energia, tenendo presente il dettato legislativo, aveva già iniziato a computare sulla bolletta elettrica il costo della maggiorazione di quegli incentivi. Il fatto che ora il decreto “Fare” la blocchi, non significa dunque un taglio della bolletta ma un mancato aumento.

Per quanto riguarda le rinnovabili invece il governo distingue una fase di graduale adeguamento, che si svolgerà quest’anno, da una fase di pieno regime, nel 2014. Ecco perché il risparmio previsto nel 2013 non è di 500 milioni, ma della metà, con le conseguenze sulla bolletta annua che abbiamo detto: 4-5 euro, che raddoppieranno l’anno prossimo.