Spread sotto 400 in attesa di Draghi. Ma Merkel frena sull’acquisto di bond

Pubblicato il 6 Settembre 2012 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi e Angela Merkel (Foto Lapresse)

MILANO – L’economia italiana, e non solo, spera in Mario Draghi. E lo dimostra con uno spread crollato sotto quota 400 punti base. La Borsa di Milano ha aperto positiva. Sopra lo zero, anche se do poco, pure Londra, Francoforte e Parigi.

Merito delle indiscrezioni sull’intenzione della Banca centrale europea di dare il via libera all’acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Così sulla piattaforma Bloomberg il differenziale tra il rendimento dei Buoni del Tesoro a 10 anni italiani e gli omologhi Bund tedeschi arriva a 394, con il rendimento del decennale italiano al 5,45%.

Anche l’euro riprende quota sui mercati valutari giapponesi in attesa del board di politica monetaria della Bce, in programma per oggi, 6 settembre: la moneta unica passa di mano a 1,2619 e a 98,90 yen. Il dollaro si mantiene stabile contro lo yuan a 78,41.

Brutte notizie per l’Italia arrivano sul fronte della produttività. L’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, ha rivisto al ribasso le proprie stime per il Pil italiano nel 2012, prevedendo  un calo del 2,4%. Le stime emesse a maggio prevedevano un calo dell’1,7%.

Tutti gli occhi sono puntati su Francoforte. Se il presidente Draghi sembra voler dire sì all’aiuto da parte della Bce, un no forte arriva dalla Germania. La cancelliera Angela Merkel ha detto di essere contraria ad “acquisti illimitati” di titoli di Stato da parte di Francoforte. E non vuole cedere sui controlli previsti verso i Paesi che chiedono aiuti all’Esm, il fondo salva Stati. L’unica concessione di Merkel riguarderebbe un piano di acuisti di titoli di Stato “temporaneo”.

Per essere ancora più chiara nella sua posizione rigorista e diversa da Draghi, la cancelliera ha ribadito il proprio “pieno sostegno” al presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, contrario all’acquisto di bond come mezzo di finanziamento dei Paesi deboli.