Cgia: “L’Irap pesa sulle grandi imprese. Se abolita, potrebbe sfavorire chi adesso paga meno”

Pubblicato il 31 Ottobre 2009 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

impresaIl peso dell’Irap grava soprattutto sulle grandi imprese. Lo sottolinea la Cgia di Mestre (l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese), secondo la quale i dati sono evidenti: il 78% del gettito Irap è in capo alle società di capitali (che includono però anche le banche e le assicurazioni), un altro 12% circa grava sulle persone fisiche e il rimanete 10% circa sulle società di persone.

Le società di capitali non sono tutte grandi imprese, ma secondo la Cgia è indubbio che la maggior parte del gettito proveniente da questa imposta è sulle spalle delle grandi imprese. «Dalla lettura di queste cifre – dichiara il segretario degli artigiani di Mestre Giuseppe Bortolussi – si capisce benissimo per quale motivo gli industriali ne chiedono un forte ridimensionamento. L’imposta grava soprattutto su di loro. Ma attenzione, un’eventuale modifica dell’Irap, vista l’assenza di una sufficiente copertura finanziaria, potrebbe comportare una diversa ripartizione del gettito a danno di chi adesso paga meno. Ovvero, le piccole e micro imprese».

Ma per la Cgia c’è una ragione in più che spiega «la fortissima pressione mediatica esercitata dagli industriali» in seguito all’annuncio fatto dal premier Berlusconi per la graduale abolizione dell’Irap: «Da anni il 50% circa delle società di capitali dichiara zero euro di reddito e un altro 15-20% circa dichiara poche migliaia di euro. Ciò vuol dire che per una parte di queste aziende l’Irap è forse l’unica grande imposta ad essere pagata. Per questo motivo molti imprenditori saluterebbero la sua progressiva eliminazione con grande sollievo».

Secondo i dati riferiti alla dichiarazione dei redditi 2007 (gli ultimi disponibili), la Cgia rileva che su oltre 3 milioni e 826 mila aziende sottoposte all’Irap 2 milioni 471 mila, pari al 64,58% del totale, sono persone fisiche (artigiani, commercianti, agricoltori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, ecc.); altre 741.200 imprese, pari al 19,37%, sono società di persone (snc e sas) e le rimanenti 614.000 circa, ovvero il 16,05%, sono società di capitali ed enti commerciali (srl, spa, cooperative, banche, assicurazioni, ecc.).

Il gettito a carico delle persone fisiche è stato, sempre secondo le dichiarazioni dei redditi 2007, di 3,38 miliardi di euro (pari all’11,89% del totale); quello in quota alle società di persone di 2,88 miliardi (10,14%), mentre l’ammontare versato dalle società di capitali è stato di 22,19 miliardi (il 77,9% del totale che include il 15% circa addebitabile alle banche e alle assicurazioni).

Perché questa sperequazione? In linea generale, sottolinea la Cgia, per almeno quattro motivi: per le piccole aziende al di sotto dei 181.000 euro circa di valore della produzione c’è un abbattimento della base imponibile pari a 9.500 euro; dal 2008, grazie all’introduzione del regime dei minimi, circa 500.000 partite iva con un fatturato al di sotto dei 30.000 euro non sono più soggette all’Irap; le aziende agricole, che ricadono quasi interamente all’interno della categoria delle persone fisiche, hanno un’aliquota agevolata dell’1,9% (elementi, questi ultimi, che riducono drasticamente il gettito); alle banche e alle assicurazioni, invece, viene applicata un’aliquota maggiorata di circa un punto percentuale rispetto a quella ordinaria, contribuendo così ad aumentare il gettito per queste tipologie di grandi aziende.