Che cos’è un “Trust”, un fondo fiduciario per pagare meno tasse (e non solo)

Pubblicato il 12 Dicembre 2012 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Che cos’è un “Trust”, un fondo fiduciario per pagare meno tasse (e non solo) (LaPresse)

GEORGE TOWN, ISOLE CAYMAN – Che cos’è e come funziona un “trust, uno degli strumenti più usati da società e persone fisiche per non pagare le tasse? I trust sono fondi fiduciari, spesso con sede offshore. Sono usati per molteplici motivi. Uno di questi è che permettono alle compagnie di evitare di pagare i contributi pensionistici ai loro dipendenti e la tassazione sul loro compenso.

I trust sono istituti previsti dal diritto anglosassone, il Common Law, che permettono ad una persona fisica o a una società di privarsi del suo patrimonio: una condizione che può servire a tanti scopi, ma quello più frequente è di non apparire il proprietario di quel patrimonio agli occhi del Fisco.

Il carattere particolare del trust consiste nello sdoppiamento del concetto di proprietà, tipico del Common Law, dove è possibile che la proprietà di un bene possa essere attribuita a soggetti diversi: il Legal Owner ed il Beneficial Owner. Il “legal” è solo un amministratore, mentre il “beneficial” gode dei vantaggi economici derivanti da quel bene.

I trust possono essere “discrezionali ed irrevocabili”: in quel caso la banca che apre il conto può anche non conoscere l’identità del beneficiario. Una persona o società che abbia aperto un fondo fiduciario offshore non è tassata, perché non è più considerata proprietaria dei suoi beni.

Come funziona un trust. La compagnia o persona fisica (beneficiary) affida tramite un “costituente/disponente” (settlor/grantor) il suo patrimonio al “fiduciario” (trustee). Posizione eventuale è quella del guardiano (protector o tutor). Il trustee – in alcuni casi controllato dal protector amministra il patrimonio secondo le istruzioni dategli dal settler nell’interesse del beneficiary. Ma, non risultando più proprietario, il beneficiary non paga più le tasse su quel patrimonio.

Gli scopi di un trust (oltre all’uso per ottenere vantaggi fiscali):

  • Protezione dei beni: spesso il trust viene istituito a protezione di beni immobili; per esso non è infatti infrequente l’uso del termine “blindatura patrimoniale”. Una delle caratteristiche più apprezzate del trust è infatti la segregazione del patrimonio conferito cosicché esso risulterà insensibile ad ogni evento pregiudizievole che coinvolge personalmente uno o più soggetti protagonisti del trust. Per questa sua utilissima caratteristica il trust viene sempre di più impiegato per separare e proteggere il patrimonio personale da quello aziendale o per tutelare tutti quei soggetti il cui patrimonio può essere compromesso da attività professionali rischiose (medici, avvocati, funzionari, ecc.) o, semplicemente, da comportamenti personali avventati (gioco d’azzardo, uso di droghe e alcool, ecc.).
  • riservatezza: le disposizioni contenute nel trust possono essere riservate, e questo può essere un motivo sufficiente per la sua creazione; la riservatezza è riferita prevalentemente ai trust cd. ‘opachi’ (in Italia penalizzati dalla normativa fiscale), dove il trust può rappresentare un ottimo strumento di controllo di enti e società (di norma è impiegato all’estero in attività di ingegneria fiscale).
  • tutela dei minori e dei soggetti diversamente abili: spesso, come visto, le disposizioni testamentarie prevedono che i minori abbiano un godimento limitato dei beni fino alla maggiore età o che i soggetti diversamente abili possano godere dei beni in trust senza esserne pieni proprietari;
  • tutela del patrimonio per finalità successorie: di frequente un trust viene costituito allo scopo di tutelare un patrimonio nel passaggio generazionale o dallo sperpero ad opera di soggetti incapaci di amministrarlo, dediti al gioco o affetti da eccessiva prodigalità;
  • beneficenza: in molti ordinamenti di Common Law gli enti di beneficenza debbono essere costituiti in forma di trust;
  • forme di investimenti e pensionistiche: i piani di investimento pensionistici ed i fondi comuni sono derivazione dei trust fund anglosassoni;

I trust spesso hanno sede legale in luoghi fino a poco tempo fa “duty free“, come le isole britanniche del Canale della Manica, Jersey e Guernsey, a poche miglia dalle coste francesi, o le mitiche e caraibiche isole Cayman. Fino a poco tempo fa perché la Gran Bretagna ha da poco deciso di tassare i trust, oltre che di renderne illegale l’utilizzo per aggirare il pagamento delle tasse.

Restano i paradisi fiscali degli altri Paesi che adottano il Common Law: Stati Uniti (eccetto lo stato della Louisiana), Canada (eccetto il Quebec), Australia, Nuova Zelanda. In Liechtenstein i trust sono ancora totalmente esentasse.

Ecco un elenco di paradisi fiscali stilato da decreto ministeriale finanze del 2001:

  • Alderney (Isole del Canale),
  • Andorra,
  • Anguilla,
  • Antille Olandesi,
  • Aruba,
  • Bahamas,
  • Barbados,
  • Barbuda,
  • Belize,
  • Bermuda,
  • Brunei,
  • Filippine,
  • Gibilterra,
  • Gibuti (ex Afar e Issas),
  • Grenada,
  • Guatemala,
  • Guernsey (Isole del Canale),
  • Herm (Isole del Canale),
  • Hong Kong,
  • Isola di Man,
  • Isole Cayman,
  • Isole Cook,
  • Isole Marshall,
  • Isole Turks e Caicos,
  • Isole Vergini britanniche,
  • Isole Vergini statunitensi,
  • Jersey (Isole del Canale),
  • Kiribati (ex Isole Gilbert),
  • Libano,
  • Liberia,
  • Liechtenstein,
  • Macao,
  • Maldive,
  • Malesia,
  • Montserrat,
  • Nauru,
  • Niue,
  • Nuova Caledonia,
  • Oman,
  • Polinesia francese,
  • Saint Kitts e Nevis,
  • Salomone,
  • Samoa,
  • Saint Lucia,
  • Saint Vincent e Grenadine,
  • Sant’Elena,
  • Sark (Isole del Canale),
  • Seychelles,
  • Singapore,
  • Tonga,
  • Tuvalu (ex Isole Ellice),
  • Vanuatu