Cina supera Giappone: è seconda solo agli Usa

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA

Il Pil cinese del 2009 è cresciuto dell'8,7%, sopra la soglia dell'8%

È questione di settimane. La Cina supererà il Giappone e diventerà la seconda economia del mondo.

Sulla base dei dati che l’Ufficio statistico nazionale (Nbs) ha diffuso ieri, l’economia della Repubblica Popolare è a un passo dal sorpasso del Giappone. Vuol dire che la controversa formula del G2 che ai leader di Pechino non piace ascoltare — un direttorio globale Usa-Cina — assume un po’ di sostanza in più: scavalcata Tokyo, l’economia del gigante asiatico sarà la seconda al mondo, dietro gli Stati Uniti.

Il passaggio è non solo simbolico. Tanto più che nel 2009 la Cina aveva superato la Germania, ora quarta. Questione di numeri. E quelli della Cina mostrano i successi di un’economia fiorente. Il Pil del 2009 è cresciuto dell’8,7%, sopra la soglia dell’8%, cifra a cui il governo puntava e sul quale il premier Wen Jiabao ci ha messo la faccia. Se confrontato con il resto dell’economia mondiale boccheggiante, in preda alle convulsioni della crisi o in faticosa convalescenza, si tratta di un risultato fuori scala.

«Il 2009 è stato per l’economia l’anno più difficile del secolo», ha ammesso il responsabile dell’Nbs, Ma Jiantang, che ha indicato nella manovra di stimolo di fine 2008 (circa 400 miliardi di euro) e nella politica monetaria di Pechino le ricette della ripresa.

Lo scampato pericolo di una Cina che nel 2009 non si è mai davvero ammalata emerge dalla progressione trimestre per trimestre: più 6,2% nel primo, 7,9% nel secondo, 9,1% nel terzo fino alla doppia cifra del quarto, 10,7%.

I conti del Giappone, che nel 2009 della recessione ha visto l’economia contrarsi di circa il 6%, saranno diffusi a metà febbraio. La Banca Mondiale stima che complessivamente il Pil nipponico del 2009 sia di 4.600 miliardi di dollari e, se confermato, verrebbe battuto da quello cinese, che l’Nbs quantifica in 4.900 miliardi.

Comunque il Pil pro capite cinese ricorda come il miracolo economico di Pechino non sia distribuito omogeneamente né sul piano geografico né su quello sociale. Il reddito medio di un cinese è di 3.259 dollari all’anno, quello di un giapponese 38.457. Sono altre le preoccupazioni intorno alla Cina.

Le manovre per raffreddare un’economia fin troppo galvanizzata dai crediti facili sono già cominciate. Si moltiplicano vincoli e limitazioni imposte alle banche e allarmano i segnali di ripresa dell’inflazione, una bolla immobiliare che dà più segnali di persistenza che di rallentamento. E nel mondo si affollano gli auspici — se non i decisi inviti — a proposito della moneta: ovvero che la Cina avvii una qualche rivalutazione del renminbi.