Conto corrente costa 77 euro, prima era 85. Calo di oneri fissi e canoni annui

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2017 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
Conto corrente costa 77 euro, prima era 85. Calo di oneri fissi e canoni annui

Conto corrente costa 77 euro, prima era 85. Calo di oneri fissi e canoni annui

ROMA – Gestire un conto corrente costa 77 euro, invece di 85 euro. Bankitalia rileva come la spesa effettiva di gestione di un conto corrente ‘rappresentativo’ sia stata mediamente pari a 85 euro nel periodo 2010-2015 e a 77 euro nel 2015 (ultimo anno di osservazione). La spesa di gestione, secondo quanto emerge dalle note di stabilità finanziaria e vigilanza, è diminuita quasi senza interruzione tra il 2010 e il 2015, in media del 3,4 per cento l’anno.

La contrazione, spiegano gli analisti della Banca d’Italia, è attribuibile in gran parte alla diminuzione degli oneri fissi e in particolare ai minori canoni annui. Vi ha contribuito anche il calo degli oneri variabili, che riflette soprattutto la diminuzione del costo medio unitario delle operazioni. Quest’ultimo effetto, si legge ancora nel documento, ha più che bilanciato l’aumento del costo medio dovuto alla crescita dell’operatività della clientela.

Nel quinquennio, prosegue la Banca d’Italia, le spese effettive di gestione riferibili ai conti di più recente apertura si sono ridotte più della media. Ciò riflette soprattutto la diversa composizione del paniere di servizi bancari utilizzati in questi conti; vi contribuiscono anche offerte commerciali vantaggiose volte all’acquisizione di nuova clientela. Nel periodo di osservazione, infine, l’ISC (l’indicatore sintetico di costo) risulta stabilmente e significativamente superiore alla spesa effettiva media (157 contro 85 euro); anche le variazioni dei due indicatori risultano non strettamente collegate.

L’ISC costituisce una stima della spesa di un conto corrente fondata su ipotesi relative al consumo dei servizi bancari (che possono differire dall’effettivo utilizzo dei servizi) e ai prezzi di tali servizi (vengono solitamente assunti i prezzi massimi riportati nei fogli informativi). Tali ipotesi sono alla base del significativo divario tra i due indicatori.