Coronavirus ferma anche le fiere: a Barcellona disertano i big dell’hi-tech, a Milano rischio flop

di Daniela Lauria
Pubblicato il 12 Febbraio 2020 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus ferma anche le fiere: a Barcellona disertano i big dell'hi-tech, a Milano rischio flop

Fiere a rischio per coronavirus. Big hi-tech in fuga da Barcellona, a Milano rischio flop (foto archivio Ansa)

BARCELLONA – Il coronavirus ferma anche le fiere. Accade a Milano come a Barcellona, dove a fine febbraio è in programma il Mobile World Congress. Ma a causa dei timori legati all’epidemia sono tante le aziende che stanno cancellando il loro nome dalla lista dei partecipanti. L’ultima in ordine di tempo è stata Nokia che in una nota spiega di aver preso la decisione “dopo una valutazione completa dei rischi connessi a una situazione in rapida evoluzione” e per “salvaguardare la salute e il benessere dei dipendenti e degli altri, riconoscendo al contempo la responsabilità nei confronti del settore e dei clienti”.

Tra le altre defezioni eccellenti Ericsson, Lg, Amazon e Facebook. E nelle ultime ore si sono aggiunte anche Deutsche Telekom e Mediatek, azienda taiwanese di semiconduttori. Ancora, sono arrivate le rinunce dell’azienda spagnola Telnet Redes e della cinese Royole, che avrebbe dovuto presentare il suo nuovo smartphone pieghevole, ma anche dell’azienda antivirus McAfee.

La Gsma, l’associazione mondiale degli operatori delle telecomunicazioni che organizza la fiera dell’hi-tech di Barcellona, ha anticipato ad oggi la riunione per decidere se cancellare o meno la manifestazione. La riunione, che era prevista per il prossimo venerdì, arriva quando già una trentina di aziende hanno disdetto la partecipazione alla fiera a causa dell’epidemia.

Qualcosa di simile sta accadendo anche a Milano, dove dal 21 al 26 aprile è previsto il nuovo Salone del Mobile, l’appuntamento più importante per i creativi di tutto il mondo. Qui “mancheranno i visitatori cinesi, che l’anno scorso hanno rappresentato la componente maggiore”, circa “30 mila” presenze. Lo ha spiegato il presidente del Salone, Claudio Luti, a margine della presentazione.

“Il Salone del Mobile riparte, saremo pronti tra due mesi – ha assicurato – con gli amici da tutto il mondo, chiaramente sappiamo quale è la situazione in Cina e sapremo gestirla”. E ha ammesso che “certo, i cinesi mancheranno” ma ci saranno “dei provvedimenti, abbiamo rafforzato il digitale e questo servirà per il futuro, non solamente per i cinesi”. 

Non si tratta di disdette per i padiglioni in fiera ma di assenza dei visitatori dal Paese in cui ha avuto origine il coronavirus: “Noi espositori cinesi non ne abbiamo – ha spiegato Luti – come invece altre fiere che ne hanno molti, ma abbiamo molti visitatori cinesi, anzi l’anno scorso è stato il gruppo più importante, sono stati circa 30 mila. Abbiamo un mercato in sviluppo in Cina che seguiremo, cercheremo di fare il meglio perché diventerà un mercato sempre più importante”.

L’impatto sul numero totale di visitatori dunque non potrà non esserci. “Negli ultimi anni abbiamo fatto un record dietro l’altro” ricorda il presidente Luti “penso che avremo sicuramente dei numeri inferiori se la situazione resta come adesso, sicuramente, ma dobbiamo pensare ai prossimi anni, a mantenere la nostra posizione. Difficile è arrivare ad essere leader, l’importante è mantenere la nostra posizione. Tutti gli sforzi e i sacrifici che noi e gli imprenditori faremo saranno rivolti, vista la mancanza (dei visitatori cinesi, ndr.) a inseguire i mercati per continuare a mantenere le nostre quote di esportazione”.

Le notizie che gli imprenditori del design hanno sul coronavirus sono le stesse che arrivano dalle istituzioni. Si attendono aggiornamenti. Intanto “noi lavoriamo al nostro programma, come aziende alle nostre innovazioni, vogliamo che Milano sia pronta per ribadire che è la capitale della creatività e sarà settimana più interessante” conclude.

Si guarda avanti, dunque, anche al prossimo appuntamento del Salone a Shanghai che è confermato. “Noi abbiamo già stabilito la settimana per Mosca, quella per Shanghai. Lavoriamo tutto l’anno per arrivare a ottobre e a novembre pronti per gli altri due Saloni che facciamo”. 

Fonti: Ansa, Agi