Costituzione del pianeta: un’umanità fondata sul debito, 215mila mld!

di Riccardo Galli
Pubblicato il 12 Aprile 2017 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA
Costituzione del pianeta: un'umanità fondata sul debito, 215mila mld!

Costituzione del pianeta: un’umanità fondata sul debito, 215mila mld! (foto Ansa)

ROMA – Costituzione, corpo di leggi e principi fondamentali che qualificano e determinano la natura, la forma e la sostanza della comunità che regolano, in quella italiana c’è ad esempio l’articolo, molto amato e citato e spesso volutamente frainteso, secondo cui l’Italia appunto è “una Repubblica fondata sul lavoro”. Beh, il pianeta è un’umanità fondata sul debito. E’ questa la Costituzione materiale di noi umani contemporanei.

Cinesi o americani, islamici o neri, europei o sudamericani, maschi, femmine, sovranisti, europeisti, jiadhisti perfino. Anziani senza protezioni sociali, bambini che muoiono per denutrizione, oppure pensionati che se la cavano e bambini che mangiano fino all’obesità, disoccupati e milionari, malati e sani…insomma tutti e sette i miliardi di umani campano come campano perché sul pianeta c’è, nel pianeta cresce, il pianeta tutto si appoggia al debito.

E’ il debito la forza di gravità che tiene il pianeta umano sul suo asse, nella sua rotazione e orbita. Tutto quello che fanno gli umani sul pianeta in termini economici, dal comprare una merce a finanziare un servizio sociale, lo fanno sostanzialmente a debito. Dalle micro carte di credito revolving fino ai soldi pubblici che impediscono a una banca di fallire e di sbattere in faccia alla gente bancomat chiusi, dalle pensioni agli ospedali, dagli investimenti e sovvenzioni pubbliche fino all’azione di Stati e governi, ovunque si agisce e si opera a debito.

Così che il debito complessivo circolante sul pianeta è oggi stimato a 215 mila miliardi, una cifra che si fatica a visualizzare nella mente. Per aiutarci un po’ a dimensionare: un anno tutto il pianeta produce una ricchezza pari a 77 mila miliardi. Il debito dell’umanità insomma è pari a quanto tutta l’umanità potrebbe ripagare se per tre anni devolvesse a questo scopo tutta la sua ricchezza prodotta e consumata.

Ed è quello dell’umanità un debito che cresce. Molto, moltissimo è cresciuto negli anni della crisi finanziaria, grosso modo gli ultimi dieci. E’ cresciuto perché praticamente ovunque Stati e governi hanno fatto diventare debito pubblico quella che era insolvenza privata  e hanno sostenuto, fabbricando pubblico denaro, le rispettive economie e popolazioni. La gente insomma è stata tenuta al riparo dalle dirette e peggiori conseguenze, niente patrimoni e risparmi annullati e in fumo a livello di massa. E niente crollo e annullamento delle protezioni sociali. La gente dovrebbe essere, se non grata che è troppo, di certo rassicurata dall’azione dei suoi governi. Invece è furiosa e si sente defraudata. Del debito che l’ha salvata non h nozione, del mondo e del modo in cui vive non ha consapevolezza.

Infatti fioccano umori d’opinione e politiche organizzazioni che puntano ad aumentarlo il debito e poi aumentarlo e poi aumentarlo ancora. In Italia ad esempio su questa linea tutta la sinistra politica e sindacale alla sinistra del Pd e insieme tutta la destra alla destra di Forza Italia. La proposta, il progetto, il programma di aumentare il debito per finanziare ogni cosa si fonda su un presupposto quasi religioso, un postulato, anzi due: qualcuno comprerà sempre titoli di debito italiani e alla fine sostanzialmente questo debito non sarà mai ripagato se non alla fine dei giorni dell’umanità. Questa è nel suo micro spessore, anche intellettuale, la cultura di parte non piccola della classe dirigente e dell’elettorato.

C’è anche chi, alla fine con più coerenza, teorizza e predica (e raccoglie su questo una barca di consensi e voti) quote più o meno consistenti di rifiuto del debito. I più timidi dicono “ristrutturazione” del debito, i più franchi parlano di rifiuto e ripudio. Insomma il debito è troppo e non si paga. Anche qui, si può fare. In piccola parte perfino si fa di non pagare una quota del debito quando è troppo alto per le risorse reali del pagatore. Ma occorre mettersi d’accordo con i creditori. Altrimenti nessuno poi presterà più nulla a chi ha ripudiato il debito come fosse una moglie islamica non gradita. E nessun creditore taglia il debito al debitore se questo pretende, esige di continuare a spendere e indebitarsi come prima.

Eppure suggestioni, prospettive, perfino programmi di sostanziale rifiuto del debito fanno grande breccia nel cuore e nelle menti di partiti e opinione pubblica, Lega, M5S, Fratelli d’Italia… Rifiuto del debito, non  si paga e amen. Questo in  sostanza c’è dietro e dentro la voglia di uscire dall’euro, dall’Europa e dall’austerità che è da quel dì che non c’è più. Si esce, non si paga…e nessuno al mondo ti dà più un credito quale che sia e tutto quello che ti serve e ti compri lo paghi con una moneta che vale poco, molto poco. E le case di proprietà, le pensioni, i risparmi da quel momento in poi valgono quanto vale la moneta nuova, un po’ più della metà di quella di prima.

Ma questo del predicare la bellezza e l’utilità di dimezzare il valore dei propri redditi e risparmi è questione che attiene alla mente degli umani. Come alla insondabile tortuosità della mente degli umani appartiene la ritualità furiosa dell’odiare banche, finanza e credito come divoratori dell’umanità, mostri demoniaci da abbattere, salvo poi invocare come diritto il debito, l’alta e indispensabile funzione sociale del debito che senza banche finanza e credito ovviamente non esisterebbero.

Attiene invece alla fredda e semplice cronaca registrare che 215mila miliardi era cifra a cui il debito non era mai arrivato e che questa iper montagna che fa da pilastro all’economia del pianeta, alla sue condizioni reali di vita, non può crollare data anche la sua imponenza. Ma può, data la sua imponenza, franare qua e là. Anzi sicuramente lo farà. Non resta che incrociare le dita e sperare di non essere là dove, in quel versante della iper montagna dove inevitabilmente verrà giù qualche masso.