Di Maio-Ilva: “Su scudo penale i miei al Senato non li tengo”

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 7 Novembre 2019 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Luigi Di Maio sull'Ilva: "Su scudo penale i miei al Senato non li tengo".

Luigi Di Maio all’Ilva in una foto d’archivio Ansa

ROMA – Di Maio-Ilva: Consiglio dei Ministri, che si fa con Arcelor Mittal? Conte premier spiega ed espone la strategia del governo: si dice che Arcelor Mittal vuol mollare perché ha sbagliato il piano industriale e adesso vuole scappare dagli impegni, si dice che la storia dello scudo penale per non essere incriminati e perseguiti per reati ambientali pregressi e possibili durante il risanamento è un pretesto, si dice che non è perché glielo abbiamo tolto lo scudo che vogliono mollare baracca e burattini, si dice che la prova che sia una scusa e un pretesto gliela forniamo sfornando un decreto in cui un qualche scudo c’è, torna.

Conte premier si guarda intorno, tutti d’accordo? Gli togliamo il pretesto dello scudo rimettendolo? Magari non solo per Arcelor Mittal ma per tutte le aziende impegnate in risanamento ambientale? E così diciamo che se se ne vanno sono loro i cattivi e non noi gli incoscienti che li hanno fatti andar via. Tutti d’accordo sì, ma…

Ma Luigi Di Maio rende noto un piccolo/grande particolare: per fare un decreto ci vogliono i voti in Parlamento e lui al Senato tutti i suoi senatori sulla questione Ilva-Arcelor-Taranto-scudo penale, lui tutti i suoi “non li tiene”. Raccontano abbia detto Di Maio “non sono controllabili”. Quale che sia stata la parola o la frase (riportate ovviamente di seconda mano) il concetto è stato chiarissimo: un decreto che ristabilisce lo scudo penale potrebbe incontrare il voto sfavorevole di parecchi senatori M5S. Con quel che ne conseguirebbe sia per Arcelor che per lo stesso governo.

E allora le assicurazioni di Conte premier? La pubblica dichiarazione che contiene la “inaccettabilità” del taglio di posti di lavoro, la garanzia che il governo tornerà sullo scudo, la denuncia della esclusiva responsabilità di Arcelor quanto valgono in concreto? Ammesso e non concesso che Arcelor voglia trattare, tornare sulla sua decisione in cambio della garanzia di scudo penale, come fa Arcelor a fidarsi quando il premier non può garantire per la sua maggioranza in Parlamento?

Né d’altra parte si può chiedere a M5S, al MoVimento in Puglia e non solo di essere quel che non è e di negare se stesso. M5S in Puglia ha incarnato e interpretato una volontà di chiuderla l’Ilva, di farne a meno. M5S ha interpretato in Puglia la radicalità dei parenti della gente che ha visto i propri cari ammalarsi e spesso morire di patologie con tutta probabilità se non certezza derivanti da inquinamento. Questa gente non vuole, non crede possa mai esistere una fabbrica, un impianto, una ex Ilva, una acciaieria che non inquina e ammala. Per questa parte della pubblica opinione la fabbrica non è un malato da soccorrere e salvare, la priorità non è tenere in vita e sul mercato l’impianto. Per questa gente quelle ciminiere e quelle mura sono il nemico. E M5S parla per questa gente.

Per questo M5S ha voluto togliere lo scudo penale quando governava con Salvini. Per questo di M5S è l’emendamento che ha di nuovo cancellato lo scudo che era tornato nella legge. Per questo nessuna impresa che rilevi o conservi l’ex Ilva può fidarsi fino in fondo. A meno che non sia un’impresa di Stato che obbedisce alle regole della politica e non dell’impresa e che ripiana i bilanci eventualmente in perdita strutturale con i soldi pubblici. E’ questa la direzione finale verso cui spingono la radicalità M5S, l’accondiscendenza Pd, l’esuberanza impicciona di Renzi, la soddisfatta irresponsabilità di Salvini. Conte? Come spesso gli capita la conta tonda ma non la conta né tutta né giusta.