Diamanti venduti a prezzi gonfiati: Gdf perquisisce 5 grandi banche

di Riccardo Galli
Pubblicato il 22 Giugno 2017 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Diamanti venduti a prezzi gonfiati: Gdf perquisisce 5 grandi banche

Diamanti venduti a prezzi gonfiati: Gdf perquisisce 5 grandi banche (foto d’archivio Ansa)

ROMA –Diamanti, venduti a prezzi gonfiati. Questo il sospetto e di qui l’indagine. Di certo venduti avvalendosi della rete di sedi e filiali di grandi banche italiane. Come è naturale che sia. Ma le banche sapevano dei prezzi gonfiati? Se erano gonfiati al limite dell’inganno commerciale le banche operavano a…loro insaputa? La Guardia di Finanza ne ha perquisite cinque di banche per rispondere a queste domande.

Cinque banche italiane, tra le più grandi, sono state perquisite perché attraverso di loro venivano venduti diamanti a prezzi maggiorati. Non era il solo, l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, ad avere un debole per queste pietre preziose. Sono infatti molti gli italiani che comprano le pietre preziose come investimento, tanti da generare un giro d’affari da 300 milioni di euro l’anno. Peccato che dietro le compravendite dei preziosi ci siano molti punti oscuri, tanti da far ipotizzare il reato di truffa.

Per questo cinque tra le più grandi banche italiane sono state perquisite dalla Guardia di Finanza. Non ci si può fidare nemmeno delle pietre comprate attraverso una banca dunque, ma gli istituti di credito in questo caso sono vittime e non complici dell’eventuale raggiro. La notizia, passata in sordina sui media italiani, è stata data dall’agenzia Reuters con un’esclusiva: “La Guardia di Finanza ha effettuato in questi giorni acquisizioni di documenti in diverse istituti italiani in relazione alla discussa vendita di diamanti in banca su cui lo scorso novembre Consob ha acceso un faro dopo i dubbi sollevati dalla trasmissione di inchiesta di Rai Tre Report. Lo riferiscono alcune fonti investigative e a conoscenza della vicenda. Le banche che sono state oggetto delle acquisizioni sono Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, UniCredit e Popolare di Bari, secondo le fonti. Si è trattato di acquisizioni di documenti e materiale informatico. L’ipotesi di reato è truffa”.

Unicredit e Intesa Sanpaolo, tra le altre, i due colossi del sistema bancario italiano che da soli valgono un’ampia fetta del mercato di correntisti e investitori. Quello che c’è dietro il freddo lancio d’agenzia è quello che ipotizzano gli inquirenti: vale a dire prezzi gonfiati, valutazioni fuori mercato, mega- commissioni e perdite per chi nei diamanti ha pensato di investire. La cosa funzionerebbe più o meno così: sul mercato c’è richiesta di diamanti, considerati come l’oro un rifugio sicuro o anche da chi semplicemente spera di guadagnare qualcosa dalle oscillazioni del mercato. Le banche spesso, comprese quelle enormi, non hanno al loro interno le competenze per trattare la compravendita di questo tipo di beni e per questo, per soddisfare la richiesta, si affidano ad entità terze.

Ed è in questo passaggio che si anniderebbe il marcio. La colpa delle banche, se una ce ne fosse, sarebbe infatti quella di scegliere delle ‘cattive compagnie’. Secondo l’inchiesta di Report che ha dato il la a quella della magistratura, i principali broker di diamanti avrebbero quindi usato valutazioni gonfiate per le pietre da loro vendute. Valutazioni che le banche prendevano per buone fidandosi dei professionisti cui avevano affidato il servizio e che per questo anche i clienti consideravano affidabili. Valutazioni che poi però, al momento della vendita dei preziosi, che tra l’altro era ed è di fatto irrealizzabile se non attraverso lo stesso canale cui la si è comprata, si sgonfiavano drasticamente sia per un prezzo di realizzo ben al di sotto di quello vagheggiato sia per le commissioni destinate ai suddetti broker.

Dopo la trasmissione di Rai Tre la Consob, chiamata in causa da Milena Gabinelli perché fino a quel momento non era intervenuta, aveva avviato “approfondimenti” riconoscendo che “i prezzi di acquisto dei diamanti, determinati direttamente dal proponente, sarebbero superiori al loro valore di mercato”. A febbraio poi l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato due procedimenti per pratiche commerciali scorrette nei confronti di Diamond Private Investment (Dpi) e di Intermarket Diamond Business, le due principali società che vendono diamanti anche attraverso gli sportelli bancari. Dpi si appoggia per la vendita anche a Intesa Sanpaolo, mentre Idb opera con Unicredit. Ora è arrivata l’inchiesta che ipotizza il reato di truffa.