Draghi. L’ uscita dell’ Italia dall’ euro costerebbe 358 miliardi

Pubblicato il 23 Gennaio 2017 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi

Mario Draghi

ROMA – L’uscita dell’Italia dall’euro costerebbe 358,6 miliardi. Lo afferma il presidente della Bce Mario Draghi in una lettera – citata dal quotidiano ‘La Stampa’- con cui risponde a un’interrogazione parlamentare presentata da due eurodeputati del Movimento Cinque Stelle riguardo ai saldi dell’Italia di ‘Target 2’, il sistema dei pagamenti fra le banche centrali dell’Eurozona.

“Se un Paese lasciasse l’Eurosistema – spiega Draghi – i crediti e le passività della sua Banca Centrale nei confronti della Bce dovrebbero essere regolati integralmente”. L’Italia sarebbe obbligata dunque a onorare i debiti e attualmente il saldo italiano corrisponde a un deficit di 358,6 miliardi.

Mario Draghi, ha ricevuto a Santena, in provincia di Torino, il premio Camillo Cavour 2016, giunto alla decima edizione. Il riconoscimento gli è stato attribuito dalla Fondazione Cavour che come motivazioni ha indicato: «Per avere mantenuto l’indipendenza della Bce come la vollero i suoi fondatori di fronte ai tentativi di assoggettarla agli interessi occasionali, mutevoli e spesso contraddittori dei 19 Paesi membri, per avere in ogni modo e con ogni mezzo adottato misure monetarie atte a sostenere la crescita economica di tutti i Paesi europei allontanando il pericolo di una deflazione tuttora incombente e per avere così raggiunto quel carisma istituzionale e civile che gli consente di sollecitare gli uomini politici europei a compiere le scelte che loro competono per una soluzione condivisa dei grandi problemi del continente». Prima di ricevere il premio Draghi ha reso omaggio alla tomba di Cavour collocata nel parco storico del complesso cavouriano a Santena e ha inaugurato la lapide in memoria di Carlo Azeglio Ciampi, che nel 2007 ha ricevuto il primo premio Cavour.

Draghi ha annunciato che il controvalore del Premio sarà devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto. «Specialmente quando la situazione è di diffusa instabilità, sia a livello nazionale, sia sul piano internazionale, è necessaria una conduzione che mantenga saldamente il potere di iniziativa politica», ha detto Draghi a Santena.

«Oggi – ha proseguito – siamo nuovamente in una fase storica in cui l’Europa è in movimento, dopo il dissolvimento del blocco sovietico, la riunificazione della Germania, gli effetti della crisi dei debiti sovrani nell’area dell’euro, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, le tensioni geopolitiche nell’Europa dell’Est. In termini diversi, oggi come allora potremmo dire che si è alla ricerca di una nuova stabilità».